Agguato a Napoli, è faida tra babygang nei vicoli della Sanità

Agguato a Napoli, è faida tra babygang nei vicoli della Sanità
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 7 Aprile 2021, 08:30 - Ultimo agg. 18:54
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Li hanno inseguiti, accerchiati, poi hanno puntato loro contro la canna di una pistola e - proprio come succede negli agguati di camorra - hanno fatto fuoco ferendoli alle gambe. Ma le vittime del raid che si è consumato l'altra notte ai Vergini, nel pieno cuore del centro storico di Napoli - hanno solo 14 e 15 anni. «Volevano farci una rapina - riferiranno poco dopo in ospedale ai carabinieri - e prendersi il motorino»: versione che però, ora dopo ora, ha iniziato a traballare sempre più perché a scatenare tanta violenza contro la coppia di adolescenti c'è probabilmente dell'altro.

Domenica notte, Borgo Vergini. È da poco passata l'una e mezza quando i due ragazzini - R.M, 14enne e N.M, che di anni ne ha 15 ed è figlio di un noto esponente del clan Contini, entrambi residenti nella zona delle «Case Nuove» - vedono sbucare dal buio alcune persone che, a loro dire, sotto la minaccia di una pistola intimano di consegnare lo scooter. «Noi stavamo solo facendo un giro», si giustificheranno con i militari sul perché si trovassero lontani da casa e per di più in un orario vietato dal coprifuoco. «Alla nostra reazione uno di loro ha iniziato a spararci addosso».

I due ragazzi vengono feriti alle gambe con due proiettili. Poi gli aggressori fuggono.

Ricoverati presso l'ospedale Vecchio Pellegrini sono stati curati e già dimessi con prognosi di 15 e 12 giorni.

 

Indagini condotte dai carabinieri della compagnia «Stella» sotto il coordinamento della Procura per i minori e della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Dunque gli inquirenti hanno pochi dubbi nell'inquadrare l'episodio in una cornice di criminalità organizzata.

Come primo atto investigativo, i militari dell'Arma guidati dal capitano Guido Volpe hanno svolto un accurato sopralluogo nella zona dei Vergini, anche se - e qui iniziano le riserve sulla versione fornita dai feriti - i ragazzini non sarebbero stati in grado nemmeno di indicare il nome della strada dove si sarebbe consumato il raid.

Ma c'è di più. Dopo ore di perlustrazione palmo a palmo svolta anche con l'ausilio degli esperti del reparto scientifico, i carabinieri non hanno trovato nessun bossolo sul selciato, e tanto meno tracce di sangue. Particolare che lascia a dir poco perplessi: due persone che vengono colpite da proiettili agli arti inferiori perdono sempre molto sangue.

A questo punto il percorso si fa ancora più irto e gli interrogativi aumentano. C'è più di qualcosa nella versione fornita dalle vittime che non quadra e non convince gli investigatori.

Tanto per cominciare, che cosa ci facevano due giovanissimi nel cuore della notte, sfidando per di più lungo un tragitto non breve che dalla zona delle «Case Nuove» li ha portati - attraversando mezzo centro storico - fino ai margini del Rione Sanità? «Stavamo facendo solo un giro, volevamo prendere un po' d'aria»: spiegazione a dir poco debole.

Ed ancora: ma se - come dimostrerebbero l'assenza dei bossoli di proiettile e di tracce ematiche - la zona risulta per così dire «pulita», allora dove si è consumata l'aggressione armata? E, soprattutto, quale possibile causale alternativa avrebbe potuto determinarla? 

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Ma su tutta la vicenda grava come un macigno anche un altro elemento. Quello che riconduce al luogo in cui gli adolescenti sono stati feriti - il Borgo Vergini, affiancato alla Sanità - e quello in cui i due ragazzi vivono, le Case Nuove. Ambienti ad altissima densità criminale. Con l'ulteriore suggestione che riporta ai precedenti del padre di uno dei feriti, che attualmente si trova in carcere dove sta scontando una condanna riconducibile a reati associativi.

E dunque ecco spuntare le piste investigative alternative. La prima ipotizza che i due feriti possano avere incrociato sui loro passi i componenti di una baby gang della zona: sarebbe nata una lite poi sfociata nel sangue. La seconda: i ragazzini potrebbero aver commesso qualcosa ai danni di qualche personaggio che nella zona viene considerato intoccabile: e di lì la reazione, con l'immediata punizione. Per tutti questi motivi i carabinieri stanno osservando i fotogrammi dei filmati acquisiti dagli impianti di videosorveglianza della zona. In quelle immagini potrebbe esserci la soluzione del mistero. 

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