Agguato a San Giorgio a Cremano, l'ombra del business del carburante

Agguato a San Giorgio a Cremano, l'ombra del business del carburante
di Francesco De Sio
Lunedì 16 Novembre 2020, 09:00
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Sul tentato omicidio di Giovanni Formisano si allunga l'ombra del business del carburante. Il 38enne imprenditore è ancora ricoverato in terapia intensiva all'ospedale del Mare, in bilico tra la vita e la morte, con un polmone perforato da un proiettile e l'altro indebolito dal Covid contratto qualche mese fa. Per la dinamica dell'agguato andato in scena sabato in via Ugo Foscolo, comunque, un vero e proprio affare. Dei sette colpi esplosi da una pistola calibro 9x21 andati a segno, solo uno ha compromesso organi vitali.

Le ricostruzioni parlano di un unico sicario con casco e mascherina in sella a una moto di grossa cilindrata.

La mano che ha aperto il fuoco contro Formisano con due diverse raffiche di colpi ha delimitato un bersaglio piuttosto ristretto sul torace della vittima. Il killer, questo è certo, non era uno sprovveduto. E ha sparato per uccidere, in pieno giorno, a due passi dal commissariato di polizia, mentre nella chiesa a pochi metri era addirittura in corso un funerale. 

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Sul caso è al lavoro la polizia di San Giorgio, che ha ricostruito in queste prime ore il profilo del 38enne. Libero professionista operante nel settore del carburante, incensurato, Giovanni Formisano non era di certo un volto familiare alle forze dell'ordine. Da qualche anno aveva avviato la sua attività a Roma, con una pompa di benzina anche nel Beneventano, comunque assai lontano dalla casa di via Manzoni nella quale viveva con la moglie e i figli. Proprio l'ambito d'affari dell'uomo ha attirato l'attenzione degli investigatori: la compravendita di derivati petroliferi e i relativi guadagni generati dall'evasione dell'Iva risultano essere un business con radici consolidate nella città di Troisi.

In questo senso l'arresto di qualche settimana dell'«emiro sangiorgese» Giuseppe Paparo, leader nel settore con la sua società Pagi, avrebbe parzialmente scoperchiato il vaso di Pandora su un giro d'affari milionario sul quale ha messo da tempo gli occhi anche la camorra, bramosa di assicurarsi una larga fetta della torta. Anche per il brutale omicidio dello scorso giugno costato la vita a Raffaele Gallo, anch'egli avvicinatosi negli ultimi anni alla nuova frontiera di guadagno illecito, avrebbe preso quota l'ipotesi dello sgarro in affari finito male rispetto alla vendetta trasversale vagliata inizialmente. Esclusi in ogni caso collegamenti diretti, anche in ambito lavorativo, tra i due soggetti. Formisano è comunque ritenuto vicino ai Mazzarella, clan egemone a Napoli Est, Portici e San Giorgio a Cremano. 

 

L'interrogativo che si stanno ponendo ora gli agenti del vicequestore Donatella Grassi, coadiuvati dagli uomini della squadra mobile, riguarderebbe proprio l'entità della nuova presunta cosca capace di dichiarare guerra in maniera tanto netta alla potentissima mala di San Giovanni a Teduccio. Un'eventuale riorganizzazione dei rivali storici, seguita alla fresca uscita dal carcere di Raffaele Vollaro, non sembrerebbe da sola sufficiente a giustificare un atto di forza di tale efferatezza. Il vuoto di potere seguito all'uscita di scena del ras dei Mazzarella Umberto Luongo potrebbe presto tornare a macchiare di sangue l'hinterland napoletano. 

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