Sei pistolettate per un sorpasso: giovane grave, caccia alla gang a Sant'Antimo

Sei pistolettate per un sorpasso: giovane grave, caccia alla gang a Sant'Antimo
di Marco Di Caterino
Martedì 22 Settembre 2020, 12:10
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Vivere e rischiare di morire ogni giorno, in posti dove la camorra è tanto permeata e diffusa da dettare una tragica e violenta «didattica» del vivere quotidiano. E così un banale litigio per motivi di viabilità si trasforma in una assurda tragedia. È successo a Sant'Antimo, dove un balordo, con atteggiamento da boss e pistola in tasca, non ha esitato a esplodere ben sette colpi con una calibro 9 per uccidere un coetaneo, reo di averlo mandato a quel paese per una mancata precedenza. Un affronto da affogare nel sangue. Una barbarie. Il ferito, Gaetano Barbuti Feraioli, 21 anni, di Sant'Antimo, è quello che si dice un bravo ragazzo, un gran lavoratore che aiuta la madre nel negozio di lavanderia. È stato dapprima colpito alla testa con il calcio della pistola e poi centrato sei volte alle gambe, da brevissima distanza. Ora versa in gravissime condizioni nel reparto di rianimazione dell'ospedale civile San Giovanni di Dio di Frattamaggiore. Il ragazzo, soccorso dall'equipaggio di un'ambulanza del 118, è stato sottoposto a un lungo e delicato intervento chirurgico al termine del quale i medici lo hanno indotto in coma farmacologico, necessario per fargli superare il devastante choc emorragico e quello post operatorio. La prognosi è ancora riservata.
 

 

Il crudele episodio è accaduto a Sant'Antimo, paesone a nord di Napoli, asfissiato da tre clan. Sul luogo della sfiorata esecuzione, l'altra sera tra Corso Unione Sovietica e Corso Europa, i carabinieri della compagnia di Giugliano, diretta dal capitano Andrea Coratza, con i colleghi della locale tenenza e quelli della sezione rilievi del comando territoriale di Castello di Cisterna, che hanno rinvenuto e sequestrato almeno sette bossoli calibro 9x21, un'arma che è diventata un must have dei killer della camorra. Gli inquirenti hanno in qualche modo ricostruito l'antefatto e la successiva dinamica di quanto accaduto, grazie anche alla testimonianza dell'amico del ferito, che si trovava con il ventunenne che era alla guida della sua Panda. Pochi secondi prima, per una mancata precedenza, Gaetano Barbuti aveva avuto una brevissima discussione con il conducente di una Opel Corsa a bordo della quale si trovavano quattro persone, coetanei della vittima. La cosa sembrava essere finita lì. Qualche vaffa e basta. E invece no. Quelli della Opel Corsa hanno seguito la Panda. E quando l'utilitaria si è trovata a percorrere un tratto deserto di Corso Europa, la vettura tedesca ha accelerato quasi a sfiorare la Panda, lampeggiando con gli abbaglianti al suono incessante del clacson. Gaetano ha accostato ed è sceso dalla Panda, seguito dal suo amico. La vittima si è trovata circondata dai quattro occupanti della Opel. Poi, dopo un botta e risposta verbale, uno di questi balordi ha estratto la pistola e con inaudita violenza ha colpito più volte con il calcio dell'arma la testa del 21enne che è stramazzato sull'asfalto, reso cieco dal sangue che gli ha inondato gli occhi e il volto. E forse è stato un bene. Perché Gaetano Barbuti non ha visto la pistola che gli ha vomitato addosso una gragnuola di colpi che si sono conficcati in entrambi gli arti inferiori, facendogli perdere all'istante i sensi. I balordi sono balzati a bordo della Opel che si è allontanata con una lunga sgommata, sparendo in un manciata di secondi. Gli inquirenti, che hanno anche acquisito alcuni drive delle telecamere di video sorveglianza, pur non privilegiando la pista del diverbio finito a pistolettate, data la brutalità dell'agguato non escludono altre piste. Intanto in tutta la zona è iniziata la caccia al mancato killer della Opel Corsa. 
 
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