Agguato al boss delle Case Nuove
l'ombra di una nuova faida

Agguato al boss delle Case Nuove l'ombra di una nuova faida
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 9 Ottobre 2016, 22:54
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Uno sgarro legato agli affari sporchi del quartiere. E una lite violenta scatenata qualche giorno fa. Dietro l’agguato a Giuseppe Vatiero ci sarebbe un mix di antichi rancori rinfocolati all’indomani della sua scarcerazione per fine pena. Una miscela di interessi che portano verso chi oggi gestisce le piazze dello spaccio nella zona delle Case Nuove e del Mercato. Ma anche agli ambienti del racket e dell’usura. A tradire il 55enne pluripregiudicato sarebbe stato l’orgoglio criminale, rinvigorito all’indomani del ritorno in libertà. È questa la pista battuta sin dalle prime ore successive al raid dalla polizia.

E mentre le condizioni di Vatiero restano gravissime (l’uomo è stato raggiunto da due colpi esplosi da una pistola calibro 389 che lo hanno raggiunto ad un polmone e al cervello) gli uomini della Squadra mobile prendono in considerazione il ruolo che avrebbe assunto all’indomani della sua scarcerazione. Vatiero, considerato vicino ai Mazzarella, si è prevalentemente occupato in passato di estorsioni e spaccio. Dopo una lunga serie di condanne, dal 2013 al 2015 era stato in affidamento in prova ai servizi sociali per concorso in produzione e traffico di stupefacenti; dal 21 luglio scorso era stato sottoposto alla libertà controllata. La chiave dell’agguato consumato via Santa Maria delle Grazie va ricercata dunque in questi due mesi e mezzo di libertà: un periodo durante il quale l’uomo avrebbe cercato di ritagliarsi nuovamente uno spazio criminale all’interno del quartiere, oggi profondamente mutato sul piano degli equilibri camorristici. C’è una traccia che si sta vagliando in queste ore: quella che porta ad una violenta lite verbale che Vatiero avrebbe ingaggiato con alcuni soggetti considerati oggi i ras delle Case Nuove, gente comunque vicina all’ex gruppo di appartenenza che non vedeva di buon occhio le sue ambizioni. Quali siano stati i motivi di quello scontro non è ancora chiaro.
 

 

Probabilmente una partita di droga. O forse una somma di denaro non corrisposta. Ipotesi investigative seguite con cura dagli uomini della Squadra mobile guidata da Fausto Lamparelli. Non si escludono però anche altri moventi. A cominciare da quelli legati a fatti estorsivi o di usura. Nella fedina penale di Vatiero il “pizzo” e il prestito a strozzo sono due elementi che ricorrono abbondantemente. E quindi non si può nemmeno escludere che a scatenare la furia di chi ha sparato, l’altra sera, ci possa essere un profondo rancore nutrito nei confronti della vittima. 
Fatto sta che - ancora una volta - il silenzio e l’omertà della gente del quartiere che ha visto o sentito qualcosa e se ne resta muta non aiuta gli investigatori. Persino la semplice dinamica dell’agguato resta ancora in chiaroscuro: il ferimento è avvenuto poco prima delle nove di venerdì sera in una strada sempre molto trafficata. Vatiero la stava percorrendo a piedi per tornare a casa quando il misterioso aggressore armato lo ha affiancato - pare - a bordo di uno scooter. Non si esclude che fosse solo a bordo del ciclomotore, con il quale subito dopo si è dileguato imboccando i vicoli delle Case Nuove. Sul selciato la Scientifica ha repertato due bossoli.

L’indagine è coordinata dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia.
Il raid è chiaramente di matrice camorristica e si inserisce in un quadro complessivo a dir poco frastagliato. Tutta l’area compresa tra il Mercato e le Case Nuove resta ancora nelle mani del clan Mazzarella, che tuttavia deve fronteggiare il tentativo “espansionistico” portato dalla famiglia Rinaldi, che da San Giovanni a Teduccio cerca di guadagnare spazi e potere criminale incuneandosi verso il centro storico di Napoli.

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