Agritech, Israele punta su Napoli: «Qui energia sostenibile»

Agritech, Israele punta su Napoli: «Qui energia sostenibile»
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 18 Maggio 2022, 07:03 - Ultimo agg. 19 Maggio, 08:25
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Sicurezza alimentare, rispetto dell'ambiente, sviluppo tecnologico. Il futuro dell'agricoltura è già una realtà, parla israeliano e si presenta a Napoli, offrendo un ventaglio di affari per imprese e aziende. Oltre 400 partecipanti, 26 startup innovative israeliane, 80 imprese agricole più avanzate d'Italia, più di 300 scambi business to business: sono i numeri di Techagriculture Meeting Italia-Israele: l'agricoltura incontra l'innovazione, organizzata dall'Ambasciata d'Israele in Italia e Confagricoltura, in collaborazione con il Comune di Napoli e l'Università degli Studi di Napoli Federico II all'interno del complesso universitario di San Giovanni a Teduccio dell'Università federiciana, sede della Apple Developer Academy.

Droni per l'irrigazione e la fertirrigazione di precisione, piattaforme di analisi dei dati per l'agricoltura di precisione, il monitoraggio avanzato delle colture, l'identificazione precoce delle fitopatie e l'ottimizzazione delle attività post-raccolta; ed ancora: tecnologie di automazione agricola, materiali innovativi per la coltivazione in serra, agrovoltaico, soluzioni d'avanguardia per la piantumazione urbana, ma anche tecnologie d'avanguardia per l'incremento della produttività dei bovini da latte e per la tutela della loro salute.

Insomma, soluzioni per un'acquacoltura più efficiente e sostenibile.

Cerimonia d'apertura alla presenza di tre ministri, accolti dall'ambasciatore israeliano Dror Eydar: Luigi Di Maio (Esteri), Mara Carfagna (Sud e Coesione territoriale) e Stefano Patuanelli (Agricoltura). «Siamo nel mezzo di una crisi alimentare scatenata dal conflitto russo in Ucraina - ha detto - Servono interventi urgenti, e l'innovazione tecnologica è la soluzione, sottolineando l'importanza della sicurezza nel settore alimentare anche sotto il profilo geopolitico, e il ruolo fondamentale di Israele come Start-Up Nation in questo settore così rilevante.

Il sindaco Manfredi, con il rettore della Federico II, Matteo Lorito e con il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti hanno invece insistito sulle occasioni offerte dal contributo israeliano, rimarcando come Napoli e Israele sono oggi al centro dell'avanzamento tecnologico in un campo fondamentale e come l'Università possa fornire le intelligenze e le tecnologie. Su questo piano, hanno insistito poi Carfagna e Patuanelli, il solco tracciato a Napoli va nutrito e perseguito, per il bene di tutti.

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Parole riprese dall'ambasciatore israeliano. «Spero che questa conferenza, negli anni - ha dichiarato Eydar - possa aprirsi a tutti i Paesi del Mediterraneo, e non solo, per il bene dell'umanità, perché le interazioni qui stabilite hanno una dimensione non solo commerciale, ma anche universale: la crisi climatica, energetica e alimentare richiede sforzi congiunti globali. Israele ha molte innovazioni da offrire, dal campo alla tavola, fino alla gestione dei rifiuti: data analytics per l'agricoltura di precisione, soluzioni di automazione delle operazioni agricole, droni a supporto dell'agricoltura, tecniche idroponiche, sinergie tra attività agricole e produzione di energia solare, tecnologie per la zootecnia e l'acquacoltura, soluzioni a beneficio delle fasi di filiera post-raccolto, come controllo di qualità dei prodotti e shelf life, incubatori e servizi di supporto. Insieme, Israele e Italia possono fare la differenza. Insieme i due cervelli, italiano e israeliano, fanno una positiva bomba atomica». E Sabrina Baggioni, diretttrice del Programma 5G di Vodafone Italia aggiunge: «Il 5G rappresenta un'opportunità per una maggior efficienza e sostenibilità dell'intero settore agricolo: banda ultralarga e la possibilità di connettere milioni di oggetti per chilometro quadrato sono caratteristiche che consentono il monitoraggio ed il controllo di tutta la filiera, dal campo alla distribuzione».

 

E dunque, voce alle aziende israeliane di avanguardia. Sembra fantascienza, e invece è realtà: le verdure del futuro potranno essere coltivate nel deserto, o nella stiva di una nave, freschissima e senza alcuno spreco d'acqua, magari anche su piani verticali; le app aiuteranno a salvare gli alberi dai roghi, e niente più sprechi, batteri e fitopatologie. Già ieri decine di aziende italiane hanno preso contatti con le omologhe israeliane. E il meglio deve ancora venire. 

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