Al Nord con falsi diplomi: 100 bidelli campani a rischio licenziamento

Al Nord con falsi diplomi: 100 bidelli campani a rischio licenziamento
di Raffaella Ianuale
Venerdì 4 Gennaio 2019, 22:53 - Ultimo agg. 5 Gennaio, 17:12
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Sono almeno un centinaio i bidelli sotto la lente d’ingrandimento. Tutti lavoratori provenienti dal Sud Italia che hanno assunto incarichi a tempo determinato nelle scuole venete e le cui posizioni sono al vaglio per accertare la veridicità dei titoli presentati. Da quanto trapela da fonti dell’amministrazione scolastica veneta non si ottiene riscontro dagli enti erogatori dei titoli e potrebbe quindi prospettarsi una denuncia alla Procura. Una vicenda, quella dei bidelli “furbetti”, che si sta allargando, mentre è già scattato in un istituto comprensivo del Portogruarese, in provincia di Venezia, il licenziamento di un bidello campano che ha assunto servizio presentando false dichiarazioni sui titoli.  
L’iter per la recessione del contratto non è ancora concluso, ma è stata avviata l’istruttoria che ha accertato false dichiarazioni e sulla base delle quali la scuola ha presentato denuncia alla Procura della Repubblica. Una posizione analoga starebbe coinvolgendo un’altra decina di collaboratori scolastici nel solo Veneziano.


«La situazione è delicata, abbiamo delle posizioni che non ci paiono regolari e per le quali abbiamo fatto segnalazione alla Procura» dice Anna Maria Zago, dirigente scolastica che tra titolarità e reggenza è alla guida dell’istituto comprensivo Tito Livio di San Michele al Tagliamento, dell’Isis Leonardo da Vinci e del professionale D’Alessi di Portogruaro.

«Come dirigenti scolastici procediamo con il licenziamento qualora il personale abbia acquisito il posto di lavoro grazie a titoli che non corrispondono al vero». E nelle scuole di sua competenza, dalle verifiche obbligatorie per legge, sarebbero emerse irregolarità. «Siamo tenuti, è la legge che ce lo impone, al controllo dei titoli che hanno definito il punteggio in graduatoria - spiega la dirigente scolastica - e quando riteniamo ci siano dichiarazioni mendaci precediamo con una denuncia alla Procura». Un’azione di controllo dei titoli che non risultata sempre così semplice. «Risaliamo alla scuola che ha rilasciato i diplomi e che ha i registri con i titoli acquisiti dai propri studenti - prosegue la preside - lo stesso vale per le scuole paritarie che, qualora chiudano, devono consegnare i registri ad una scuola statale o all’Ufficio scolastico provinciale».

Ed è proprio da questa richiesta di verifica dei titoli da parte delle scuole venete al Provveditorato degli studi di Salerno che è scoppiato il caso dell’assenza di riscontro dei diplomi presentati dai bidelli. Una situazione resa ancora più complessa dal rogo doloso appiccato lo scorso 2 dicembre agli archivi dello stesso Provveditorato salernitano sul quale sta indagando la Procura di Napoli. Mentre Luisa Franzese, Direttore generale dell’Ufficio scolastico della Campania, ha fatto denuncia formale a due enti di formazione salernitani. Da qui è emerso un fenomeno che sta coinvolgendo da anni le scuole del Veneto. Qui presentano domanda numerosi bidelli che arrivano dal Sud con titoli dal punteggio molto alto. Il requisito richiesto per svolgere questa mansione è un diploma triennale, quello solitamente rilasciato dagli istituti professionali. Questi bidelli arrivano tutti con un punteggio di cento al diploma che gli consente di acquisire dieci punti e inserirsi in vetta alle graduatorie di terza fascia, che sono quelle d’istituto, da cui i dirigenti “pescano” per assegnare le supplenze. Spesso aggiungono anche titoli Ecdl e Eipass, che sono le specializzazioni in informatica, che consentono di maturare ulteriore punteggio. In questo modo sbaragliano la concorrenza e assumono supplenze annuali. E dopo 24 mesi di servizio continuativo entrano nelle graduatorie provinciali da dove si accede all’immissione in ruolo. Un fenomeno che accomuna il Nord Italia, ma che è esploso in Veneto perché qui quasi il cinquanta per cento del personale Ata, cioè bidelli e amministrativi nelle segreterie scolastiche, è precario. Quindi personale inserito nelle graduatorie di istituto di terza fascia a cui si accede per titoli. Quei titoli ora nel ciclone perché rilasciati dai cosiddetti diplomifici. 
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