Al XIX Forum Internazionale Unesco – Benecom ricercatori e scienziati lanciano il modello Capri

Al XIX Forum Internazionale Unesco – Benecom ricercatori e scienziati lanciano il modello Capri
di Anna Maria Boniello
Domenica 18 Luglio 2021, 18:04 - Ultimo agg. 19 Luglio, 05:51
3 Minuti di Lettura

Capri - Nel Palazzo dei Congressi della Flora Caprense si è conclusa a Capri la tre giorni del XIX Forum Internazionale UNESCO “World Heritage and Design for Healt”, che ha visto protagoniste Napoli e l’isola Azzurra.
Il forum ha visto la partecipazione di numerosi scienziati e ricercatori provenienti da tutto il mondo ed alcuni collegati anche da remoto per confrontarsi su una serie di proposte e progetti utili ad adeguare alle mutate esigenze della crisi pandemica i luoghi che l’uomo abita e quelli dove produce o trascorre il suo tempo libero.

 


Dal confronto è emersa la necessità globale di ridefinire su canoni antichi il ruolo e le funzioni urbane del futuro per dare risposte alle mutate esigenze di salute e sicurezza.
All’interno della nutrita documentazione prodotta durante il simposio è stato redatto una sorta di “Manifesto di Capri” che possa essere da stimolo per le scelte dei governi locali, nazionali e sovranazionali.
“Il senso del Forum - spiega il professor Carmine Gambardella, CEO del Consorzio Benecon University - è proprio quello di utilizzare una rete internazionale di scienziati per fornire proposte e progetti. Il grande potenziale di questa manifestazione, che l’anno prossimo taglierà il traguardo del ventennale, viene espresso proprio dalle oltre 800 cattedre Unesco nelle università di tutti e cinque i continenti. Si tratta di una rete di oltre 7mila ricercatori che si riconoscono nei temi della salute, dell’ambiente, del paesaggio, dell’architettura e dei beni culturali”.
Al tavolo dei relatori, presieduto da Carmine Gambardella, tra gli altri si sono alternati gli interventi di: Danilo Iervolino, presidente della Università Telematica Pegaso; Francesco Fimmanò, direttore scientifico dello stesso ateneo; Matteo Rosati, dell’Ufficio regionale UNESCO per la Scienza e la Cultura in Europa; Anna Del Sorbo, vicepresidente Credito e Finanza dell’Unione Industriali di Napoli; Giuseppe Paolisso, già rettore dell’Università Vanvitelli; Michelangelo Russo, direttore del Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II di Napoli; Orazio Carpenzano dell’Università Sapienza di Roma; Mosè Ricci, dell’Università di Trento; Cherubino Gambardella dell’Università Vanvitelli. Ha concluso i lavori del convegno la lectio magistralis di Antonio Felice Uricchio, presidente ANVUR, l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca.
Negli atti conclusivi del forum caprese viene indicata una formula che esalta l’esempio della città media, i cosiddetti borghi, che possono diventare, se non il modello, almeno il campo di sperimentazione. Da queste esperienze può partire quel riequilibrio territoriale indispensabile per ripensare gli spazi urbani come luoghi dell’innovazione, delle opportunità, dell’integrazione ma anche della cura e della sicurezza.
In particolare, le città italiane devono tornare a essere molteplici e plurali. Costituite da quartieri che tra di loro scambiano servizi e utilità, in modo tale che davanti alle crisi siano più resilienti.  Da questo tipo di sperimentazione nasce il modello Capri.
Sugli effetti concreti del Recovery Found per avviare il processo di trasformazione è indubbio che i fondi siano importanti e cospicui, ma è indispensabile una grande agenda urbana per l’Italia. Un grande processo di riforma urbanistica e architettonica che consenta di far interagire le risorse, perché i 200 e più miliardi sono una quantità adeguata ma non sarà mai sufficiente a risolvere tutti i problemi. L’obiettivo indicato dagli studiosi e che ogni piccola parte di queste risorse, quando atterra dentro le città e nei territori, moltiplichi le sue capacità di quel 200% o 300% che è quello che avviene negli altri paesi europei.
E’ questo il significato che è stato voluto dare ai tre giorni di lavoro svolti fra Napoli e Capri, mirati a costruire una grande alleanza tra soggetti che prendano non solo una porzione di risorse ma anche la corresponsabilità di individuare quelli che sono i modelli di sviluppo.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA