Alberi fatti a pezzi sul monte Faito, l'accusa del Wwf: «Autorizzazioni facili»

Alberi fatti a pezzi sul monte Faito, l'accusa del Wwf: «Autorizzazioni facili»
di Ilenia De Rosa
Domenica 3 Febbraio 2019, 14:30
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«Continua la distruzione degli alberi nel cuore del Parco dei Monti Lattari, stavolta con l'avallo del sindaco di Vico Equense». A dirlo è il Wwf Terre del Tirreno dinanzi al taglio di due pini, avvenuto nei giorni scorsi sul Monte Faito. Qui è stato segato e ridotto a un tronco un grosso e alto albero che vegetava da oltre mezzo secolo nel giardino di una villetta privata. Gli attivisti del Wwf presenti sulla montagna, attratti dal frastuono delle motoseghe, hanno documentato i tagli in atto. «Mentre una squadra di operai specializzati venuti da Roma si apprestava a segare un secondo esemplare a candelabro di circa 90 anni di età e alto 25 metri racconta Claudio d'Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno - alle 17.30 di giovedì scorso, allertata dagli ambientalisti, è giunta sul posto una pattuglia dei Carabinieri forestali che ha constatato come, stavolta, gli abbattimenti dei maestosi alberi nella proprietà privata fossero addirittura ordinati dal primo cittadino».
 
Non ammette contestazioni però il sindaco Andrea Buonocore che ha definito «necessaria» l'ordinanza emessa. «Quando un privato ci segnala un pericolo per l'incolumità pubblica abbiamo il dovere di verificare e intervenire spiega il primo cittadino Anche in questo caso è stato così: il proprietario del terreno ci ha presentato documentazione secondo la quale gli alberi si trovavano in condizioni instabili con possibili rischi per la sicurezza delle persone. Abbiamo inviato i nostri tecnici che hanno riscontrato l'esistenza effettiva di tale minaccia. Di conseguenza ho emesso il provvedimento per l'esecuzione del taglio. Diversamente - assicura Buonocore - mi sarei assunto la responsabilità di lasciare inalterata una situazione di pericolo, mentre il mio ruolo mi impone di salvaguardare innanzitutto la salute dei cittadini».

Per il Wwf, invece, è il «solito copione: il privato si fa fare una perizia in cui l'agronomo attesta che l'albero è pericoloso e il sindaco emette subito, su richiesta, apposita ordinanza per farlo abbattere eludendo ogni autorizzazione o controllo. Oltretutto, se di somma urgenza si tratta, come è possibile che si aspettano poi 70 giorni (dalla richiesta presentata) per eliminare il pericolo?». Sulla vicenda del taglio degli alberi è intervenuto più di una volta anche il Parco dei Monti Lattari. «Siamo stati costretti a scrivere al Comune di Vico Equense più di una volta, ma ancora oggi vengono compiuti gli stessi errori» afferma il presidente del Parco Tristano dello Ioio. Nel documento inviato all'ente comunale è stato sottolineato che «la competenza in materia ambientale è affidata al Parco per il rilascio dei pareri di nulla osta» e ad esso «devono essere inviate le relative richieste per il previsto parere di competenza, anche in aree private». Nell'ultima lettera, inviata pochi giorni fa, l'ente si rivolge alla Città metropolitana chiedendo un «atto di orientamento» per definire procedure organiche e di riferimento con l'obiettivo di regolare «l'adozione di ordinanze contingibili e urgenti, proprio perché contraddistinte da un'atipicità contenutistica e di concerto rispetto agli adempimenti di competenza di ciascun ente».
 
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