Alcol ai minorenni, viaggio nella movida di Napoli: «Vodka e musica trap, lo sballo per sentirci meno soli»

Alcol ai minorenni, viaggio nella movida di Napoli: «Vodka e musica trap, lo sballo per sentirci meno soli»
di Gennaro Di Biase
Lunedì 20 Gennaio 2020, 07:00 - Ultimo agg. 11:09
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«Su 10, a bere siamo in 8, fai pure 9», spiega Eugenio, 17 anni, alzandosi dal muretto di piazza Amendola, a due passi dal liceo Umberto. Sono le 22 del 18 gennaio, inizia così un sabato tra i minorenni della movida dei baretti. Tra un'ora, a pochi passi da qui, in via Carducci, ci saranno migliaia di liceali. «Le nostre serate sono monotone spiega Giorgio, 16 anni, che si avvicina alla Smart dove alcuni coetanei ascoltano «Mala» di Geolier, trapper di Secondigliano le riempiamo con musica e alcol». Geolier e il trap li ritroveremo anche a fine serata in via dei Mille: due minorenni, cassa wireless in spalla, ascoltano «Provino». Spritz, trap e canne: è il sabato dei liceali. E i genitori? Ognuno ha i suoi: «Mio padre non va a dormire se non sono rientrata e mi controlla gli occhi», dice Michela, 16 anni. «I meno controllati sono i figli di genitori separati», racconta ancora Giorgio. Luigi, 16 anni, confessa di essere andato in coma etilico in un locale, a Capodanno, in zona Flegrea: «L'alcol mi disinibisce. Ho vomitato e non ricordo niente di quella sera sorride I miei amici mi hanno raccontato che ho avuto un approccio sessuale in bagno con una ragazza». Gli adolescenti si raccolgono in massa tra i baretti di Chiaia: nella seconda parte di via Bisignano, all'ingresso della Carlo Poerio, e tra piazza Amendola e via Carducci. L'altra sera i minorenni erano migliaia, come ogni sabato, anche nei vicoli. Bicchieri in giro pochi (al contrario delle canne). Un probabile effetto delle campagne di stampa, dell'attenzione crescente dei gestori, e dei controlli delle forze dell'ordine: la Polizia, in borghese, è entrata a visionare documenti di bar e avventori in un paio di locali. La stretta sui controlli, però, non impedisce di sondare perché per i millennials sia così importante «lo sballo».
 


ORE 22
In piazza Amendola c'è già una comitiva. Tutti ragazzi di licei della zona, facce pulite. «Tra poco si creerà una baraonda - dice Eugenio - Siamo dieci e lo spritz lo beviamo quasi tutti. I miei genitori chiudono un occhio sullo spritz, ma se esagero con birre e superalcolici mi redarguiscono. I documenti li chiedono in pochi. Poi io ho un po' di barbetta». «Sono l'unico maggiorenne del gruppo ammette Giovanni Russo Molti amici bevono e fumano tanto che stanno sviluppando problemi intellettivi, non ricordano più neanche quello che hanno fatto il giorno prima».

ORE 23
La folla di minorenni si forma in via Carducci. Centinaia i liceali dell'Umberto, del Mercalli e di altre scuole della zona. Un gruppo gira intorno a una Smart con lo stereo a palla. Ascoltano Geolier, il trapper di Secondigliano: «Non so di che parla questa canzone commenta Martina La ascoltiamo per il ritmo». «I nostri weekend sono monotoni - aggiunge Giorgio, 16 anni - Non riusciamo mai a organizzarci per fare qualcosa di diverso. Siamo una brutta gioventù, molti di noi sono senza argomenti. Alcuni miei amici che bevono e si fanno canne fanno fatica a ragionare, sono fatti dalla mattina alla sera. Spesso si tratta di ragazzi con famiglie assenti o genitori separati. Non c'è mai niente da fare. Su 20 siamo in 19 a bere, ci piacciono drink vari: vodka lemon, angelo azzurro, sex on the beach, midori. Lo facciamo per provare a divertirci e sentirci meno soli». Annoiati e brilli, spaesati e benvestiti.

ORE 24
Raggiungendo la Carlo Poerio, alcuni baristi raccontano di carte di identità «false, per minorenni, che costano 70 euro l'una, e servono a ingannare i gestori». Raggiunta la scuola si incontra Matteo, 18 anni: «Sono lucido da 19 giorni, fumavo canne e bevevo dice Ma era diventata una schiavitù. Tutti si scassano». «La droga per la nostra generazione è sempre più diffusa aggiunge Luigi ognuno si droga per stare nel suo mondo, tanto poi si comunica su Instagram o su Whatsapp. La virtualità ci dà immagini false, profili famosi in cui si posta solo quello che si vuole postare. I social ci alienano e ci fanno imitare modelli fasulli».

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Cassa wireless in spalla, su via dei Mille risuona «Provino» di Geolier (1,5 milioni di visualizzazioni su Youtube). «E guardij canta il ritornello O pal allucc ropp fumat, o saj ca' facc, tu si nu scem». «Siamo tutti e due del Vomero - raccontano Fabrizio e Marco, 15 e 16 anni, abbassando appena il volume - Ascoltiamo Geolier perché si fa un po' di bordello e c'è più gusto.
Il trap ci fa sentire a nostro agio perché ascoltiamo queste canzoni lontano dal contesto familiare». 

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