«Alcol e droga, adesso basta»: genitori e professori in corteo

«Alcol e droga, adesso basta»: genitori e professori in corteo
di Maria Chiara Aulisio
Sabato 7 Aprile 2018, 09:15 - Ultimo agg. 09:33
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L’appuntamento è fissato per il 18 aprile, alle 11.30, in piazza Matteotti, nei pressi della Posta centrale. Da lì il corteo sfilerà davanti alla Questura e si fermerà a Palazzo San Giacomo. Una manifestazione intitolata «Genitori in piazza», per dire basta all’alcol e alla droga che i ragazzi consumano liberamente nelle discoteche e nei bar. A organizzare la protesta, Patrizia Gargiulo, mamma di una ragazza di quasi diciotto anni e presidente dell’associazione «Donne per il sociale», una onlus nata per offrire supporti legali, psicologici e di mediazione familiare gratuiti a donne e bambini vittime di violenza e uomini separati in serie difficoltà economiche. Non solo. L’associazione si occupa anche di informare gli adolescenti dei danni irreversibili causati dalla droga e dall’alcool e combatte il bullismo, altro fenomeno dilagante tra i giovani. Grazie a «Donne per il sociale» negli ultimi mesi sono stati organizzati una serie di incontri nelle scuole, con specialisti e addetti ai lavori, che hanno affrontato con gli studenti i problemi relativi ai danni da alcool, doga e fumo. «Sono anni che mi occupo di questi problemi - spiega la Gargiulo - purtroppo se ne parla solo quando accadono disgrazie come quella di Nico. Ci deve scappare il morto altrimenti non si muove niente». Da qui la decisione di scendere in piazza «per smuovere le coscienze - aggiunge - e pretendere il rispetto delle leggi che esistono e vengono ignorate». La Gargiulo fa anche riferimento alle regole del buon senso secondo le quali «a ragazzini di 13, 14 anni non dovrebbe essere permesso stare in strada oltre la mezzanotte». «Stesso discorso per la discoteca - spiega - dove non dovrebbero avere proprio accesso se non in orari pomeridiani». L’associazione chiede soprattutto che a chi non ha compiuto 18 anni non venga venduto alcol, sia al bar che in discoteca, e sollecita le istituzioni a mettere in campo più controlli. «Se cominciassero a piovere multe salate per i gestori dei locali, forse ci penserebbero prima di vendere cicchetti anche ai tredicenni».
 
Poi, una analisi delle ragioni che spingono i ragazzi alla continua ricerca di sballo e sensazioni forti: «Hanno bisogno di sperimentarsi, ma vengono anche sfidati dagli altri e vogliono sentirsi parte del gruppo; in ogni caso, il più delle volte, non si rendono conto delle conseguenze e dei rischi che corrono. La messa in atto di comportamenti a rischio in questa fase della crescita non è certo una novità, rappresenta anche il tentativo di andare contro le regole, staccarsi da quei modelli imposti dagli adulti che iniziano a stare stretti, per ricercare una propria autonomia e identità».

Meno di due settimane per promuovere il corteo e raccogliere il maggior numero di adesioni. Tante le mamme che si sono già messe in contatto con l’organizzatrice per offrire sostegno e collaborazione. «Con noi ci saranno anche diversi personaggi del mondo dello spettacolo: Monica Sarnelli, Antonio Annona, Marzio Onorato. Sfileranno con noi, vogliono sostenerci in questa battaglia per la vita». Tra le richieste che i genitori vorrebbero vedere esaudite, c’è quella dell’etilometro al quale - secondo la Gargiulo - i ragazzi dovrebbero venire sottoposti all’entrate e all’uscita dai locali. «Se quel test lo avessero fatto a Nico, probabilmente sarebbe ancora vivo. È indispensabile sapere quanto hanno bevuto, l’unico modo per provare a salvargli la vita. Per migliorare la sicurezza stradale i venditori di bevande alcoliche, che le somministrano anche dopo la mezzanotte, hanno l’obbligo di esporre tabelle informative con la descrizione dei sintomi correlati ai diversi livelli di concentrazione alcolemica, e fornire etilometri». 

Poi, i genitori. Il corteo in programma il prossimo 18 aprile vuol servire anche a sollecitare le madri e i padri a una maggiore responsabilità nei confronti dei figli: «Non possiamo prendercela solo con i gestori di bar e discoteche. Anche noi abbiamo le nostre responsabilità e non vanno nascoste».
 
 
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