Alcol ai minori a Napoli, Clemente:
«Ecco come il Comune interverrà»

Alcol ai minori a Napoli, Clemente: «Ecco come il Comune interverrà»
di Maria Chiara Aulisio
Mercoledì 15 Gennaio 2020, 08:30
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Il progetto si chiama In-dipendenza, a proporlo sono gli assessori comunali Alessandra Clemente e Annamaria Palmieri d'intesa con la polizia locale. L'obiettivo - manco a dirlo - è il tentativo di contrasto all'uso di sostanze stupefacenti e all'assunzione di alcol da parte dei minori. Una iniziativa che è pronta a partire e della quale cui si occuperà l'Unità operativa minori, coordinata dal comandante Ciro Esposito, e diretta dal capitano Sabina Pagnano.

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Assessore Clemente, in che cosa consiste questo progetto?
«Mettiamo in essere una serie di interventi che abbiamo definito di in-formazione rivolti ai ragazzi delle scuole superiori».

Un modo per parlare di alcol e droga, insomma.
«Sì, certo, anche se vorremmo farlo affrontando questi temi con modalità dinamiche: sia in generale che entrando nello specifico. Il nostro obiettivo è quello di accendere i riflettori sui grandi rischi associati all'uso delle sostanze e agli effetti che si ripercuotono nella vita quotidiana e sul futuro benessere dei nostri giovani e, di conseguenza, delle loro famiglie».

Faccia a faccia con i ragazzi.
«Gli incontri si svolgeranno presso gli istituti scolastici che aderiranno. Durante quegli incontri personale specializzato della polizia municipale sarà a disposizione degli studenti e degli insegnanti per rispondere a ogni domanda e offrire importanti informazioni sulla salvaguardia dei giovani».

Solo prevenzione?
«Ci concentreremo molto su questo ma, grazie agli esperti, intendiamo anche indicare percorsi finalizzati al recupero di chi, purtroppo, è già vittima di queste dipendenze».

D'accordo sui temi del confronto e del coinvolgimento degli studenti ai quali andrete a spiegare quali i rischi che corrono quando decidono di fare uso di alcol e droga. Ma i controlli? Che cosa fa il Comune per evitare che gestori spregiudicati facciano soldi sulla pelle dei minori a quali vendono alcol in maniera illegale?
«Andiamo avanti per la nostra strada con la consapevolezza che occorre fare sempre di più, e insieme con tutti gli altri. Voglio solo ricordare che, nel 2019, le operazioni messe a segno nelle ore serali e notturne dei weekend, hanno permesso di individuare circa 450 persone».

Tutti minorenni?
«No, non solo, anche un po' più grandi: facevano uso di alcol e sostanze stupefacenti. Nello stesso periodo sono stati controllati 110 esercizi commerciali, e 15 di questi sono stati sanzionati ai sensi della legge 125/2001 fino a un massimo di mille euro per aver venduto bevande alcoliche a minori di diciotto anni. Non solo: per sette esercenti, responsabili di aver somministrato bevande alcoliche a minori di sedici anni, è scattato il deferimento all'autorità giudiziaria ai sensi dell'articolo 689 del codice penale che prevede la pena dell'arresto fino a un anno e, in caso di recidiva, sia sanzioni amministrative che la sospensione dell'attività fino a tre mesi».

In ogni caso c'è chi protesta perché i controlli restano pochi e le sanzioni non vengono applicate.
«Non è così. Voglio ricordare che già nella prima ordinanza movida del 2018 avevamo inasprito le sanzioni per la vendita di alcol ai minori, ma continuando a registrare tante infrazioni durante i controlli nei weekend, in occasione del rinnovo della nuova ordinanza movida, abbiamo stabilito un forte inasprimento delle pene: multa fino a 2000 euro per chi viene scoperto la prima volta, e tre mesi di chiusura per chi vende alcol ai minori per la seconda volta».

Rigore, dunque.
«Quello è necessario. Esattamente come le sinergia con i comitati, le municiplaità, le Asl e le associazioni, soprattutto quelle di genitori, con le quali intendiamo lavorare concretamente per contrastare il fenomeno».
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