Alessandro Profumo, laurea honoris causa: «Leonardo crede nei talenti della Campania»

In Campania il colosso dell’aerospazio è presente con sei sedi e fa affidamento su una supply chain di 300 imprese

Laurea honoris causa ad Alessandro Profumo: «Leonardo crede nei talenti della Campania»
Laurea honoris causa ad Alessandro Profumo: «Leonardo crede nei talenti della Campania»
di Emiliano Caliendo
Venerdì 10 Febbraio 2023, 18:57 - Ultimo agg. 11 Febbraio, 09:03
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«Permettetemi, ora, di concludere con il ringraziamento più sentito: Il conferimento di questa Laurea Honoris Causa non sarebbe stato possibile senza l’impegno delle persone di Leonardo, a cui mi lega un debito di gratitudine; con loro, sei anni fa, ho avviato un percorso che mi porta oggi a coronare il sogno di mio padre, Aldo Profumo, che era ingegnere e avrebbe desiderato che io, a mia volta, intraprendessi questo percorso di studi. Vi ringrazio».

Al ricordo del padre, la voce dell’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, nel corso della lectio magistralis tenutasi per il conferimento della laurea honoris causa in Ingegneria dei materiali da parte dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, viene rotta dalla commozione. 

La cerimonia si è svolta nell'Aula Magna del Centro Congressi dell’ateneo federiciano, in via Partenope, alla presenza del rettore, Matteo Lorito, di Giuseppe Mensitieri, direttore del Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale, e di Luigi Carrino, professore ordinario di tecnologie e sistemi di lavorazione, che ha tenuto la laudatio academica in onore del super manager di Leonardo. Presente, tra gli altri, anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, già rettore dell'Ateneo. 

«La costante promozione e il sostegno alla ricerca nel settore dei materiali e delle relative tecnologie, l’aver attuato un efficace modello di collaborazione stabile per la valorizzazione della ricerca e dei talenti», sono queste le principali motivazioni che hanno spinto l’Ateneo federiciano a conferire il prestigioso riconoscimento accademico ad Alessandro Profumo. Diversi gli argomenti toccati nel corso della sua lectio. Dalla visione del ruolo dell’impresa nella società: «Un’impresa, del resto, è in grado di generare valore attraverso l’innovazione solamente nella misura in cui riesce a creare una crescita diffusa per le proprie comunità: è questo il senso più profondo del concetto di sostenibilità, che incarna in chiave moderna l’“impresa di comunità” di Adriano Olivetti.

Oggi il fronte più avanzato della produzione della ricchezza è quello delle tecnologie della quarta rivoluzione industriale: la dimensione digitale, la capacità di raccogliere ed elaborare dati stanno rivoluzionando tutte le branche del sapere e trasformando la manifattura all’insegna di un nuovo paradigma di fabbrica intelligente». Fino all’importanza dell’ingegneria dei materiali nei processi produttivi del campo aeronautico: «Nuove tecniche di assemblaggio e materiali dalle proprietà innovative ci hanno consentito di introdurre la costruzione del “pezzo unico”, capace di integrare la massima quantità di parti primarie e secondarie in un unico componente. Tutto questo ha comportato la diminuzione del peso degli aeromobili, un miglioramento delle loro proprietà aerodinamiche e della loro efficienza, oltre ad una riduzione dei tempi di assemblaggio e dei relativi costi». «Gli avanzamenti nel campo dei materiali hanno consentito non soltanto di migliorare le proprietà meccaniche delle aerostrutture, ma anche di garantire una loro maggiore sostenibilità dal punto di vista ambientale: per lungo tempo l’industria aeronautica ha utilizzato materiali compositi termoindurenti, che non possono essere riciclati. Progressivamente, stiamo passando ad utilizzare i materiali termoplastici che, senza andare a detrimento della performance meccanica, sono più ecosostenibili perché consentono il riutilizzo».

Infine, Profumo ha sottolineato quanto la città di Napoli e la Campania siano territori strategici per Leonardo. In Campania, il colosso dell’aerospazio italiano è infatti presente con 6 sedi principali, fa affidamento su una supply chain di più di 300 imprese locali e sostiene oltre 16.000 occupati tra diretti, indiretti e indotto. «Un impegno che non è venuto meno neanche nelle fasi più critiche degli ultimi tre anni, in un contesto di forte riduzione del business mondiale dell’aeronautica», ricorda Profumo. «Nella storia dell’innovazione italiana, Napoli ha rappresentato una vera e propria “città della conoscenza”, che ha alimentato il rinascimento industriale del Paese e il suo rapido ingresso nel club delle nazioni avanzate. Il tutto, all’insegna di una visione globale ed interdisciplinare dell’innovazione», è il passaggio di carattere storico dell’ad, ex presidente di Mps. 

E se i recenti dati Istat raccontano di un esodo di laureati italiani verso l’esterno, Profumo spiega che da questo punto di vista l’azienda da lui guidata è in controtendenza: «Leonardo ha messo al centro della propria visione di sostenibilità l’investimento sul capitale umano e sulle giovani generazioni: nel 2021, abbiamo assunto 3.753 persone, in molti casi giovani sotto i 30 anni e in possesso di titoli di studio Stm, con professionalità legate alle tecnologie emergenti e disruptive, dall’ingegneria per l’elettrificazione e la propulsione ibrida, fino alla scienza dei materiali e alle nuove competenze di data science. Nei nostri Labs, lavorano già oltre 100 giovani research fellows e dottorandi di provenienza internazionale, e puntiamo ad arrivare a 200 entro la fine di quest’anno». «Anche qui, la Campania rappresenta un modello: proprio all’interno dell’Aerotech Campus, in collaborazione con l’Università Federico II, Leonardo ha costituito l’Aerotech Academy, una scuola di alta formazione ingegneristica che si sta dimostrando fondamentale per sviluppare le competenze necessarie alla ‘nuova industria’», chiosa Profumo. 

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Il tema della fuga di cervelli dall’Italia tiene banco anche nelle domande che la stampa ha rivolto al rettore Lorito e al professor Carrino. «Ogni studente per me è come un figlio. Quello che ci preoccupa è che questi giovani non ritornano. I ragazzi oggi si devono muovere e fare esperienza anche al di fuori della propria città e della propria regione. Il che è sempre un fatto positivo. Anche io l'ho fatto ma il problema è che non ritornano. La cosa importante è riportarli in Campania», ha affermato Lorito, ricordando che la Federico II quest’anno assumerà «circa 400 giovani ricercatori» ma che per poter rendere quest'azione decisiva «occorre un substrato industriale e un contesto economico che consenta di assorbire queste menti giovani che sono apprezzatissime all'estero». Su questo fronte il professor Luigi Carrino ha ricordato come università e imprese svolgano un ruolo cruciale nel riuscire a contenere la dispersione di talenti oltre confine: «Contesto il concetto di cervelli in fuga. Credo sia più onesto parlare di cacciata dei cervelli. I cervelli non fuggono ma sono costretti ad andare a lavorare fuori perché sono costretti a vedersi riconosciuto il valore dei loro studi e delle loro competenze. Noi abbiamo il dovere di trattenerli creando le migliori condizioni, sia di lavoro, sia di riconoscimento del loro valore, anche economico. Dobbiamo imparare a pagare le competenze e poi dare ai giovani, quando lo meritano, la possibilità di fare delle carriere rapide e di essere supportati». Per Gaetano Manfredi, oggi sindaco di Napoli, ma fino a pochi anni fa rettore della Federico II ed ex ministro dell’Università, i giovani «vanno via perché non trovano opportunità di lavoro qualificate». «Noi – ha puntualizzato il primo cittadino - abbiamo fatto in passato sforzi sul digitale al polo di San Giovanni a Teduccio e si sono visti i risultati perché sono stati creati migliaia di posti di lavoro. Lo stesso si deve fare nel settore dell’automotive, nel ferroviario, così come lo si sta facendo nel settore dell’aerospazio. Questi settori vanno fortemente sostenuti da una politica industriale nazionale, lasciando i centri di ricerca e le strutture direzionali nella nostra regione».

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