Algerino contromano su auto rubata verso il Santuario di Pompei: fermato

Algerino contromano su auto rubata verso il Santuario di Pompei: fermato
Giovedì 29 Marzo 2018, 11:57 - Ultimo agg. 16:45
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Evoca «episodi di attentati terroristici» l'episodio avvenuto lunedì scorso a Pompei, dove un algerino ha percorso contromano, su un'auto rubata, una strada nei pressi del santuario. È quanto scrive il giudice monocratico di Torre Annunziata, nella sentenza di condanna nei confronti di Othman Jridi, 21 anni, giudicato martedì per direttissima.

Nella sentenza - scrive Giustizianews24 - il magistrato ha anche chiesto al pm di valutare se trasmettere gli atti al pool antiterrorismo della Procura di Napoli. Il giovane, sul quale pendono due provvedimenti di espulsione emessi in Italia e Francia, è stato condannato a due anni e otto mesi di carcere per furto di auto e false dichiarazioni. Lunedì i carabinieri, avvisati dai vigili urbani che lo avevano sorpreso in auto davanti alla basilica, lo hanno bloccato mentre tentava di nascondersi su un bus. Durante l'udienza ha recitato una litania in arabo e ammesso l'assunzione di sostanze psicotrope prima di mettersi alla guida «per sentirsi più vicino ad Allah».

L'algerino, alle forze dell'ordine, ha mentito sul suo indirizzo di residenza dove è stato condotto dai carabinieri nell'ambito delle indagini: alla persona trovata nell'abitazione l'algerino ha però sussurrato, in arabo, di confermare la sua versione dei fatti, un tentativo scoperto grazie alla presenza di un interprete.

Dagli accertamenti è emerso che l'auto, una Panda, era stata rubata a Terzigno, nel Vesuviano, alle 14 di lunedì. Alle 16 dello stesso giorno il giovane si è recato a Pompei dove, a bordo della vettura, ha percorso via Lepanto (strada che porta davanti alla basilica) fino ad arrivare in piazza Bartolo Longo, senza trovare ostacoli alla percorribilità delle automobili (fioriere e transenne) rimossi per agevolare l'allestimento di un palco per la via Crucis pasquale.

Una volta giunto nell'area pedonale antistante il santuario il giovane è stato avvicinato dai vigili urbani che hanno cercato di bloccarlo. L'algerino è fuggito e gli agenti hanno avvertito i carabinieri che lo hanno scovato su un bus dove è stato arrestato per furto d'auto e false dichiarazioni.

Durante il processo con rito abbreviato celebrato il giorno dopo i fatti, nel Tribunale di Torre Annunziata, l'algerino, che è anche apparso scarsamente lucido, ha ammesso di avere assunto sostanze psicotrope, prima di mettersi alla guida, per «sentirsi più vicino ad Allah» e recitato, durante l'udienza, una litania in arabo. Al termine del procedimento il giudice ha deciso di procedere con la custodia cautelare in carcere.

Sarà adesso il pm del pool antiterrorismo della Procura di Napoli Maurizio De Marco a occuparsi del caso. Alla sezione antiterrorismo della Procura partenopea il fascicolo sarà trasmesso dal giudice che ha convalidato l'arresto (con le accuse di furto e false generalità) e che ha ravvisato però nei comportamenti dell'algerino, il quale sia al momento della cattura sia nell'aula del tribunale inneggiò ad Allah, eventuali legami con cellule fondamentaliste.

Circostanze che dovranno essere approfondite dai magistrati della sezione antiterrorismo alla quale gli atti saranno trasmessi dal pm della procura di Torre Annunziata nelle prossime ore.

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