Napoli, allarme sicurezza a Materdei. I residenti: «Quartiere diventato invivibile, istituzioni assenti»

Napoli, allarme sicurezza a Materdei. I residenti: «Quartiere diventato invivibile, istituzioni assenti»
di Antonio Folle
Mercoledì 15 Luglio 2020, 12:49 - Ultimo agg. 14:04
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Nuovo allarme sicurezza nel popolare rione Materdei. I cittadini del territorio puntano ancora una volta il dito sulle centinaia di scooter che, dal tardo pomeriggio e fino alle prime luci dell'alba, invadono il quartiere mettendo a serio rischio l'incolumità dei passanti che rischiano quotidianamente di essere investiti sui marciapiedi e sulle aree pedonali. Gli scooter, guidati nella stragrande maggioranza da ragazzini che non arrivano ai 14 anni, si "concentrano" a piazza Scipione Ammirato e danno vita a vere e proprie gare di velocità nelle strade e nei vicoli adiacenti, spesso distruggendo anche le auto in sosta. Via Matteo Renato Imbriani, l'asse viario primario del quartiere, ogni notte si trasforma in un circuito dove sfrecciano centinaia di giovani e giovanissimi incuranti della propria e dell'altrui sicurezza che si "divertono" a sfidare con le loro scorribande un intero quartiere. 
 


Non mancano, ovviamente, risse, spaccio di stupefacenti e accoltellamenti. Sabato notte, nel corso di una maxi rissa che ha visti coinvolti decine di giovani, si è verificato l'ennesimo episodio di violenza. Domenica, invece, un giovane di nazionalità pakistana è stato aggredito senza alcun motivo da tre balordi che lo hanno selvaggiamente picchiato forse per la sola "colpa" di aver tentato di difendersi da un investimento. Gli stranieri e le ragazze che circolano da sole sono le vittime preferite dei baby criminali che, anche a causa della carenza dei controlli, hanno trovato nel rione Materdei un luogo di aggregazione e di rifugio tra una scorribanda e l'altra.

«Sono vent'anni che facciamo presente questa situazione alle istituzioni, con decine di telefonate ogni giorno ai numeri d'emergenza - l'ira dei residenti - ma nella migliore delle ipotesi si limitano a mandare una volante che, di tanto in tanto, gira a sirene spiegate facendo fuggire le baby gang che si radunano in piazza, salvo tornare al punto di partenza un'ora dopo, quando la pattuglia è andata via. Le risse sono all'ordine del giorno e anche solo chiedere silenzio nelle ore notturne può rappresentare un pericolo. Quando va bene - continuano i cittadini - ti mandano a quel paese, nella peggiore delle ipotesi lanciano bottiglie e sassi contro le finestre. Non si può vivere in questo modo, abbandonati praticamente da tutti quelli che in questi anni hanno preso l'impegno di restituirci un minimo di tranquillità e di sicurezza».

Nelle scorse ore i cittadini di Materdei hanno dato vita ad una raccolta firme da presentare alla Procura della Repubblica e nella quale, oltre a elencare i numerosi problemi di sicurezza del quartiere, si chiede l'istituzione di un presidio fisso delle forze dell'ordine a salvaguardia dell'incolumità dei residenti.

«Ormai ne abbiamo le tasche piene di politicanti che vengono sul quartiere a promettere quello che già sanno di non poter mantenere - spiegano i cittadini - per questo abbiamo dato vita ad una raccolta firme per chiedere maggiore impegno su questo territorio. Ci hanno detto più volte che mancano gli uomini e i mezzi per fare i controlli, ma durante l'emergenza Covid le forze dell'ordine hanno presidiato con decine di volanti. Perchè - la sfida degli abitanti di Materdei - ora si lascia il territorio alla mercè di giovani e giovanissimi criminali? La volante che di tanto in tanto passa non basta, abbiamo bisogno di presidi fissi e non più di chiacchiere».

L'associazione "Giovani Promesse", oltre a chiedere maggiore impegno sul fronte dei controlli ha chiesto un ulteriore sforzo alle istituzioni per la creazione di luoghi d'aggregazione sicuri da offrire ai ragazzi del territorio. «La repressione va bene - spiegano Salvatore Paternoster e Andrea Capuozzo, presidente e vicepresidente dell'associazione giovanile di Materdei - ma non può bastare a risolvere questo fenomeno. E' necessario dare una alternativa sana ai giovani, basti pensare che su questo quartiere manca qualsiasi luogo dove aggregarsi e fare attività nonostante più volte abbiamo sollevato questo problema con chi di dovere. Nel nostro piccolo stiamo cercando di dare un contributo tentando di coinvolgere i ragazzi del quartiere ma senza l'aiuto delle istituzioni è complicato portare avanti attività. Chiediamo - proseguono Paternoster e Capuozzo - che le istituzioni preposte non chiudano gli occhi di fronte alle necessità dei giovani, anche per strapparli alle tentazioni della strada».

In questi anni, in verità, i vertici istituzionali hanno cercato - sia pure goffamente - di fare qualcosa per attenuare il fenomeno della criminalità giovanile e della violenza delle baby gang. Nella maggior parte dei casi, però, gli annunci roboanti sono rimasti lettera morta. Emblematico, da questo punto di vista, il vertice in prefettura con l'allora ministro Marco Minniti che, alla presenza del sindaco de Magistris, annunciò un piano di tolleranza zero - che prevedeva il sequestro degli scooter "fuorilegge" - chiamato, quasi beffardamente, "sicurezza giovani". Di quel piano e dell'inflessibilità promessa, complici le vicissitudini dei governi che si sono succeduti, non è rimasto nulla.

Eppure per risolvere - o quantomeno per attenuare - il problema degli scooter selvaggi a piazza Scipione Ammirato e nelle strade adiacenti basterebbe veramente poco. L'installazione di dissuasori e di paletti, più volte promessi, potrebbe rappresentare un utilissimo deterrente per contrastare il fenomeno. I continui sopralluoghi degli esponenti della politica locale - alcuni anche nelle scorse settimane - si risolvono come sempre in un nulla di fatto utile, forse, solo per i "selfie" di rito ad uso e consumo dei social network. 

Il problema della prepotenza giovanile, naturalmente, non può e non deve essere demandato solo alla repressione delle forze dell'ordine e all'azione educativa delle scuole.
Anche le famiglie possono e devono fare di più. L'immagine di scooter strombazzanti guidati da ragazzi di dieci-dodici anni e lanciati a tutta velocità, magari alle tre del mattino, nelle strade e nei vicoli della città è lo specchio più evidente di un sempre maggiore lassismo nell'educazione dei minori da parte di gran parte delle famiglie dei quartieri popolari di Napoli. 

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