Alloggi in amianto a Napoli Est, diffida dell'Asl al Comune: residenti sul piede di guerra

Alloggi in amianto a Napoli Est, diffida dell'Asl al Comune: residenti sul piede di guerra
di Alessandro Bottone
Venerdì 1 Marzo 2019, 17:41 - Ultimo agg. 17:52
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I residenti del campo bipiani di Ponticelli portano avanti la battaglia per ottenere una soluzione abitativa dignitosa: sono oltre quattrocento le persone che da anni vivono nei prefabbricati costruiti in amianto. Condizioni abitative allucinanti, tra problemi di sicurezza e degrado, gli alloggi furono costruiti dopo il terremoto dell’80 e dovevano essere abbattuti prima del 2000.

Dopo la denuncia dell'avvocato Elena Manzi su mandato del comitato di residenti, è intervenuta anche l'A.S.L. Napoli 1 centro: gli operatori del dipartimento di prevenzione collettiva hanno effettuato un sopralluogo nel complesso di via Isidoro Fuortes constatando che «i manufatti presentano pareti perimetrali e coperture costruire, presumibilmente, da materiale contenente amianto» e che in particolare «le pareti perimetrali e le coperture appaiono in uno stato di degrado».

Con la nota odierna indirizzata alla direzione generale e alla direzione patrimonio del Comune di Napoli, l’azienda sanitaria locale, dunque, diffida l’amministrazione comunale, entro trenta giorni, a effettuare una valutazione del rischio da parte di un tecnico abilitato oppure a esibire l’eventuale piano di manutenzione e controllo già predisposto. Altresì l’A.S.L. chiede al Comune di «presentare un eventuale piano di messa in sicurezza o rimozione del materiale contenente amianto». Sottolineando che le particelle d’amianto disperse nell’aria costituiscono pericolo per la salute pubblica e considerato il numero delle unità abitative, l’ente sottolinea che in caso di non ottemperanza alle richieste gli atti saranno trasmessi alla Procura della Repubblica.
 

 

Risale al 21 gennaio scorso una riunione a Palazzo San Giacomo cui avevano preso parte sia gli assessori che i servizi comunali competenti: si dibatteva sull’unica soluzione praticabile proposta dal comitato, ovvero lo spostamento dei residenti in strutture attualmente abbandonate, da ripristinare per l’utilizzo, per poi trovare le risorse necessarie alla bonifica dei prefabbricati d’amianto. Da allora non ci sono stati ulteriori aggiornamenti sulla difficile questione.

«Questa ulteriore comunicazione che ci perviene dall’Asl conferma la giustezza della nostra battaglia: abbiamo più volte manifestato verso questa amministrazione la volontà di dialogo e di risoluzione dei problemi, non ultima la nota dell’avvocato Manzi che sospendeva la messa in mora» dichiara Patrizio Gragnano, portavoce dei residenti. «Purtroppo - specifica - ancora una volta nulla è successo, ci vediamo costretti ad aspettare che sia la magistratura a accettare la responsabilità della salute di quattrocento persone che vivono nell’amianto da vent’anni». «Nonostante ciò si continua a brancolare nel buio: mentre l’amministrazione lavora per il carnevale, aspettiamo invano che gli impegni presi col comitato, che aveva delineato una linea amministrativa da loro definita l’unica praticabile, vengano esauriti. Non siamo ottimisti - sottolinea Gragnano - e ci vediamo costretti, nelle prossime ore qualora permanga il silenzio, a chiamare il sindaco alle sue responsabilità».

«Quella dei bipiani è solo una delle tante questioni sottoposte inutilmente alle istituzioni competenti per ridare dignità a un territorio che continua a essere simbolo delle occasioni perse. La battaglia delle famiglie dei bipiani è anche la nostra e continueremo a sostenerla. Ricordiamo che la Regione Campania ha il record negativo in materia di amianto e incidenza di patologie asbesto correlate. Non possiamo più perdere tempo» dichiara Deborah Divertito, portavoce di Napoli Zeta, rete di realtà associative di Napoli Est.

È essenziale non far trascorrere ulteriore tempo: peggiorano le condizioni in cui vivono decine e decine di famiglie, tra cui molte persone affette da disabilità e molti minori.
Una situazione particolarmente delicata che attende da troppo tempo una risoluzione definitiva.

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