«Mi gettò dagli scogli di Nisida e ora è già a casa: resto in Brasile perché ho paura»

«Mi gettò dagli scogli di Nisida e ora è già a casa: resto in Brasile perché ho paura»
di Melina Chiapparino
Martedì 23 Febbraio 2021, 10:00 - Ultimo agg. 19:08
5 Minuti di Lettura

«Ho paura di tornare in Italia». È questa la prima reazione di Amanda Tosi alla notizia della concessione degli arresti domiciliari all'ex fidanzato, Gennaro Maresca. Teme di ripiombare nell'angoscia che credeva di aver superato. La 22enne casertana di origini brasiliane che lo scorso 11 giugno era stata spintonata dal suo ragazzo, precipitando sugli scogli di Nisida e rischiando di affogare a mare, aveva già espresso commenti amari sulla condanna in primo grado di 6 anni e 8 mesi. Ora che il suo ex dopo 8 mesi di misura cautelare in carcere, è ai domiciliari, Amanda come un fiume in piena, sfoga tutte le sue paure e le emozioni che faticosamente aveva trattenuto in questi ultimi mesi.

 

Come si sente nel sapere che il suo ex è ai domiciliari?
«Sono sconvolta e incredula perché mi aspettavo che rimanesse ancora in carcere considerando la gravità di ciò che è accaduto.

Se fosse dipeso da lui, a quest'ora sarei morta perché quando mi ha spinto e sono caduta in acqua dopo un volo di 5 metri, è scappato. Chi mi ha salvata è stato Damiano, il buttafuori che si lanciò a mare, senza di lui probabilmente non sarei qui. Avrei voluto una lezione esemplare per il mio ex fidanzato affinché si potesse rendere conto anche di quanto sia stato doloroso e difficile per me affrontare questo trauma, la convalescenza in ospedale e cercare di tornare alla mia vita».

Di cosa ha paura?
«Mi sento vulnerabile e sto cercando di superare ciò che mi è accaduto ma provo angoscia e paura al pensiero che viviamo nello stesso quartiere. Le nostre abitazioni non sono molto distanti tra loro e anche se non ho mai pensato che lui possa farmi qualcosa, sfido qualunque donna a stare serena nel trovarsi in una situazione come la mia dopo aver rischiato la propria vita. Alcuni suoi familiari e amici, continuano ancora a provocarmi sui social, parlando di me come se io avessi provocato quell'incidente, quasi come se considerassero lui la vittima. Io vorrei semplicemente sentirmi protetta e al sicuro. Al contrario, adesso comincio a pensare di non voler tornare più a Napoli».

Dove si trova adesso?
«Sono in Brasile, dove vive una parte della mia famiglia e sono venuta qui per ritrovare il mio equilibrio e rasserenarmi dopo mesi molto difficili. Ho cercato di buttarmi alle spalle questa brutta storia. Quando, qualche settimana fa, ho saputo della condanna di primo grado, non posso dire di essermi sentita soddisfatta ma almeno ho tirato un sospiro di sollievo. È giusto che chi ha commesso errori debba pagare. L'incubo è ricominciato qualche giorno fa, quando ho saputo dei domiciliari e ho cominciato a pensare di non voler più tornare in Italia. L'idea mi terrorizza perché mi sento bloccata e angosciata. Avrei voluto che fosse rimasto in carcere e mi sembra che, in tutta questa storia, io sia doppiamente vittima».

Posso chiederle perché si sente vittima due volte?
«Sono stata una vittima perché, purtroppo, ho subito quell'episodio drammatico dove ho rischiato di annegare ma continuerò ad esserlo perché, in questo modo, non potrò più riappropriarmi della mia vita. Avevo progettato di ritornare a Napoli per giugno perché è la città dove ormai vivo, dove lavoro e dove ho costruito le mie amicizie, oltre al fatto che ci sono i miei genitori. Ora l'idea di tornare nel quartiere dove ci sarà anche il mio ex, mi angoscia e non riesco a capacitarmi del fatto che l'abbiano fatto uscire dal carcere. Psicologicamente ed emotivamente, non sto bene e questa notizia mi ha fatto molto preoccupare. Sinceramente non me la sento di tornare, non ce la faccio».

Cosa pensa di fare?
«Vorrei lanciare un appello affinché non cali l'attenzione su questa storia, perché come sempre le vittime, soprattutto quando, come nel mio caso, hanno la fortuna di non morire, vengono messe da parte. Sento di non avere abbastanza forza e coraggio per tornare, perché non si può solo considerare lo spintone che mi ha dato ma dietro quell'episodio, c'è tutta la sofferenza psicologica che oramai mi ha segnata. Vorrei che qualcuno si preoccupasse anche della mia serenità e di mettermi nelle condizioni di andare avanti con la mia vita. Non vorrei che il fatto di essere in Brasile sia stato d'aiuto per la misura degli arresti domiciliari perché la mia vita è a Napoli, non qui».

Cosa prova ora?
«Sento molta rabbia e impotenza, allo stesso tempo provo paura. Ho timore di non riuscire più a tornare alla mia normalità. L'idea che fosse in carcere mi era di grande aiuto. Adesso sarà tutto più difficile per me ma questo non sembra interessi a nessuno». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA