Ambulanza sequestrata, la rabbia
degli operatori: manca stato di diritto

Ambulanza sequestrata, la rabbia degli operatori: manca stato di diritto
Giovedì 14 Giugno 2018, 20:00
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Paura, sconforto e avvilimento sono gli stati d'animo del personale sanitario che opera nei pronto soccorso e sulle ambulanze di Napoli. Ieri l'ultima aggressione, la 44ma dall'inizio del 2018 con un'ambulanza sequestrata per soccorrere due feriti lievi in un incidente. Una vicenda sulla quale indagano i carabinieri che stanno esaminando le immagini dei filmati di videosorveglianza e hanno avviato il lavoro investigativo dopo la denuncia degli operatori sanitari. Quella delle aggressioni è un fenomeno che gli operatori ormai definiscono «dilagante, preoccupante da tempo». Sui volti del personale si legge rassegnazione ma anche rabbia perché si viene aggrediti, colpiti e ieri all'ospedale Loreto Mare perfino "sequestrati" mentre si lavora con l'unico scopo di soccorrere chi sta male. E il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, chiede il «pugno di ferro contro questi delinquenti».

«Quello che sta accadendo contro di noi - ha detto Giuseppe Galano, responsabile del 118 - è inspiegabile. Siamo al servizio della popolazione ogni giorno, h24, senza fermarci mai e anche ieri il personale prelevato con la forza dal Loreto Mare non si è fermato, non ha interrotto il servizio, ha ugualmente prestato soccorso nonostante la paura e le minacce». «Manca lo stato di diritto», denuncia Galano. E se da un lato ben vengano le telecamere nei pronto soccorso, sulle ambulanze e addosso agli operatori, programma a cui sta lavorando la direzione generale della Asl Napoli 1, dall'altro sia i responsabili del 118 che della Croce Rossa provinciale chiedono che gli operatori siano equiparati ai pubblici ufficiali «perché in questo modo - spiegano - in caso di aggressioni lo Stato interviene direttamente senza che sia necessaria da parte delle vittime l'identificazione degli aggressori, procedura che spaventa soprattutto quando ci si imbatte in soggetti legati alla criminalità organizzata».

Una proposta, l'equiparazione ai pubblici ufficiali, che è stata già avanzata in sede di Comitato per l'Ordine e la sicurezza. Ma accanto alle misure di repressione, secondo Paolo Monorchio, responsabile provinciale della Croce Rossa, è necessario avviare una capillare campagna di informazione e sensibilizzazione. «Il problema - sottolinea - è culturale. Credo che per prevenire le aggressioni possa aiutare spiegare alla gente le procedure, le regole con cui si interviene». Cittadinanza che si schiera per la tutela e la sicurezza degli operatori. Oggi da chi aspettava al pronto soccorso del Loreto Mare è stata espressa «vicinanza» e soddisfazione per la presenza nel piazzale di accesso di un'auto dei carabinieri.

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