Andrea Sannino, la chitarra per i ragazzi di don Merola: «Nascerà un laboratorio»

Andrea Sannino, la chitarra per i ragazzi di don Merola: «Nascerà un laboratorio»
di Giuliana Covella
Mercoledì 11 Novembre 2020, 14:02 - Ultimo agg. 14:12
4 Minuti di Lettura

Andrea Sannino dona la sua chitarra ai minori a rischio della Fondazione A' voce d''e creature di don Luigi Merola: ieri la consegna dello strumento a don Luigi Merola da parte di Gennaro Demetrio Paipais, presidente dell'Unione giovani penalisti di Napoli e promotore dell'iniziativa per favorire l'inclusione sociale dei ragazzi disagiati. «Siamo felici di questa donazione - ha commentato don Merola - specie in questo momento difficile in cui i ragazzi sono costretti a seguire le attività a distanza e sono stati privati del contatto umano e quotidiano con i loro compagni e con gli educatori. Questo dono tuttavia è il segno della speranza e segna l'avvio di un nuovo laboratorio musicale per insegnare ai minori dell'Arenaccia a suonare, dopo la batteria, anche la chitarra e a sentirsi meno soli con le nuove restrizioni». 

«Ora è tutto fermo e ogni attività (sport, teatro, corso per pizzaiolo, laboratori di ceramica, doposcuola) si svolge in modalità a distanza.

Ma continuiamo a garantire un percorso educativo a 196 minori dai 6 ai 17 anni che, quando l'emergenza sanitaria sarà finita, potranno essere avviati all'insegnamento di un altro strumento musicale in presenza grazie alla chitarra che ci è stata donata da Andrea Sannino». Don Luigi Merola ha l'energia di sempre, la stessa che aveva quando era parroco a Forcella, che lasciò nel 2007 per dare vita alla Fondazione A' voce d''e creature in un bene confiscato ai clan (l'ex villa del boss Raffaele Brancaccio). «La Fondazione presente nel quartiere da 13 anni porta avanti il progetto A' voce d''e creature - spiega padre Merola - all'interno del quale abbiamo un corso di musica. Secondo quanto previsto dalla legge 328 del 2000, gli enti privati del terzo settore offrono un servizio al territorio. Tra i nostri servizi c'è il laboratorio musicale destinato ai minori che non frequentavano la scuola dell'obbligo e che nasce quindi per contrastare la dispersione scolastica e far sì che quegli stessi ragazzi tornino sui banchi, ma anche a quelli che sono a rischio devianza o delinquenza». Così oggi nell'ex casa del camorrista c'è una cittadella educativa per i ragazzi del quartiere, ex scugnizzi oggi riscattati grazie allo studio e alla cultura, come Emanuele, 20 anni, iscritto alla facoltà di Agraria. «Qui c'era un boss che dominava il quartiere, anche nell'architettura della casa, come l'attico dove organizzava i summit di camorra, ora è diventato una palestra per i bambini, dove i veri boss sono i miei educatori». A consegnare la chitarra Gennaro Demetrio Paipais, presidente dell'Unione giovani penalisti, che dichiara: «Sono indispensabili interventi proiettati al potenziamento delle strutture educative, specie in questo momento storico, che favoriscano l'integrazione sociale. Da anni la Fondazione di don Merola sostiene e forma tanti minori a rischio ed è per questo che siamo stati felici di destinare a loro questo strumento. Sono convinto che la musica, il teatro e l'arte possano favorire l'integrazione dei minori con un'azione sincronica tra i diversi attori sociali, che in questo caso si sta formalizzando tra Università Federico II, Conservatorio San Pietro a Majella, terzo settore e istituzioni, grazie alla quale - si spera - il disagio non si traduca in devianza». 

Un pianoforte, tre chitarre e uno strumento a fiato: dopo gli strumenti musicali donati - grazie a una raccolta fondi promossa dall'Unione giovani penalisti - da Gigi D'Alessio, Valentina Stella, Ida Rendano, Francesco Paolantoni e Luigi Auriemma, arriva ora la chitarra di Andrea Sannino. Il progetto è nato per potenziare le attività educative nei territori a rischio «affinché si possa tratteggiare un itinerario correttivo alternativo a tutela del minore», ha aggiunto Gennaro Demetrio Paipais. Beneficiari i minori a rischio dei centri diurni e delle case famiglia che hanno alle spalle storie difficili, di mancanze, fragilità e disagio di cui sono spesso protagonisti inconsapevoli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA