Anm, un contratto-ponte
per evitare la paralisi

Anm, un contratto-ponte per evitare la paralisi
di Valerio Esca
Sabato 23 Marzo 2019, 09:10
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È scontro senza esclusione di colpi tra sindaco e governatore sul futuro di Anm. De Magistris accusa De Luca di «non volere la gestione pubblica» e «di voler mettere a gara, con la possibilità di esternalizzare, il trasporto pubblico». De Luca contrattacca: «Il Comune di Napoli quando scadrà il contratto di servizio a fine anno si tirerà fuori e abbandonerà l'Anm al suo destino». Al netto del nuovo, ennesimo, duello tra i due, ci sono i fatti: dal 1 gennaio 2020, la gestione di Anm non sarà più nelle mani di Palazzo San Giacomo, ma della Regione Campania. Il 31 dicembre scadrà infatti la convenzione grazie alla quale il Municipio gestisce il tpl in città. A meno che non si arrivi ad un accordo tra le parti, che possa prevedere una gestione in continuità del Comune, nelle more delle procedure di gara per l'affidamento del servizio. Da quanto fanno sapere i sindacati, dopo il faccia a faccia di ieri sera con l'amministrazione, pare si stia lavorando «ad una bozza di accordo tra Regione e Comune, attraverso la quale Palazzo San Giacomo dovrebbe continuare, attraverso Anm, a gestire il trasporto pubblico locale, anche dopo la naturale scadenza del contratto di servizio». Ovviamente fino all'aggiudicazione definitiva. E se è vero che il ritardo sulla eventuale gara pubblica, a questo punto, è preoccupante.

 

IL SINDACO
«Le carte parlano chiaro e sono pubbliche spiega - e sebbene la Regione voglia esternalizzare il trasporto pubblico, noi parteciperemo come Anm alla gara perché, nonostante Palazzo Santa Lucia, noi abbiamo salvato l'azienda». De Magistris punta poi il dito contro la legge regionale del 2013: «Non è l'amministrazione comunale che decide di mettere a gara Anm ma la Regione, che lo ha previsto con una legge, legge che noi abbiamo impugnato perché vogliamo in house l'azienda e la Regione si è costituita contro questa nostra posizione». L'ex pm si dice «preoccupato» perché «il 31 dicembre non è così lontano e la Regione non ha ancora avviato le gare. Ed anche in questo clima di incertezza - ribadisce il sindaco - prevedremo nel bilancio le risorse economiche per il futuro dell'azienda». Durante la riunione di ieri sera a Palazzo San Giacomo, tra sindacati e amministrazione (presenti il vicesindaco Panini e l'assessore Calabrese) è stata infatti ribadita dal Comune l'intenzione di apporre nel prossimo bilancio triennale, che sbarcherà in aula i primi di aprile, la stessa somma di 54 milioni, a garanzia del servizio. Il sindaco ha infine lanciato strali contro il governatore: «De Luca ogni giorno pontifica dicendo che lui è il filantropo che dà i soldi. Invece i suoi sono fondi europei e i nostri risorse del bilancio comunale».
IL GOVERNATORE
«Abbiamo l'emergenza che riguarda Anm di proprietà del Comune, che è stata portata al disastro, con i libri in Tribunale e un delegato del Tribunale che deve seguire la vicenda tuona De Luca - Due anni fa il Comune aveva comunicato che voleva mantenere la gestione in house, ora ci ha detto che non vuole gestire niente. Bisognerebbe fare una gara per affidare il servizio a un soggetto terzo, ma per fare una gara ci vogliono due anni perché si tratterebbe di una gara europea, quindi se partiamo da dicembre se ne parla tra due anni e intanto che succede? Bisognerebbe prorogare il servizio, ma per farlo dobbiamo sapere quali sono le risorse che si mettono a disposizione: oggi gli stipendi ai dipendenti dell'Anm vengono pagati dalla Regione, che versa 58 milioni e mezzo ogni anno mentre il Comune neanche un euro». In serata è poi arrivata una nota del vice di De Luca, Fulvio Bonavitacola, che pone tre quesiti al Comune: «Intende continuare la gestione pubblica della sua azienda di trasporti? Se la risposta è sì, la Regione è d'accordo perché non ha nessuna intenzione d'interferire con le scelte del Comune. Purché scelga». Preoccupazione è stata espressa anche dal presidente di Eav, Umberto de Gregorio: «Con il cambio di scenario delle volontà del Comune bisognerà capire cosa accadrà dal 1 gennaio 2020. Anche i commissari che gestiscono il concordato non avranno un quadro chiaro di come affrontare i pagamenti dei debiti nel 2020 e 2021. La preoccupazione mia è per i creditori, per i lavoratori e per l'utenza».
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