Antonio d'Amore manager Cardarelli: «Mai più barelle in pronto soccorso, porterò in ospedale il modello Asl»

Antonio d'Amore manager Cardarelli: «Mai più barelle in pronto soccorso, porterò in ospedale il modello Asl»
Mercoledì 22 Giugno 2022, 11:00 - Ultimo agg. 16:14
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Antonio d'Amore, medico di Caserta, dopo tre anni alla guida dell'Asl Napoli 2 nord approda al timone del Cardarelli, il più grande e complesso ospedale del Mezzogiorno. «Il Cardarelli - avverte - deve tornare ad essere il numero uno. Ha grandi professionalità e va riorganizzato. Non ho la bacchetta magica ma il mio primo obiettivo sarà lavorare per evitare il caos e le barelle nella prima linea». 

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Il Cardarelli è un premio e un riconoscimento al lavoro che ha finora svolto in provincia ma anche una bella gatta da pelare?
«Per me è un onore essere chiamato alla direzione del più grande ospedale del Mezzogiorno.

Chiaramente è un incarico prestigioso e di grande responsabilità».

Meglio un ospedale o una Asl?
«Io sono un territoriale, vengo da lunghe esperienze nella gestione delle strutture di prossimità. Probabilmente una Asl la sento di più nelle mie corde ma con gli ospedali a gestione diretta che abbiamo governato nella pandemia, tutti i presidi della Asl Napoli 2 sono stati dotati di pronto soccorso, con un ospedale come Pozzuoli restituito alle funzioni di Dea di II livello con 140 accessi al giorno dopo anni di declino. Abbiamo potenziato quell'ospedale in tutte le sue unità, facendo concorsi mirati. Credo di aver dimostrato di potermi misurare anche con questo livello di organizzazione delle cure. I dati di performance di quei quattro presìdi sono tutti ottimi. Questi tre anni sono stati davvero un'esperienza preziosa. Ho soddisfazione nell'approdo al Cardarelli ma anche un dispiacere nel lasciare un'azienda che considero ormai casa mia».

Cosa lascia alle spalle?
«Un lungo percorso fatto di grandi traguardi raggiunti sul campo: proprio ieri abbiamo avuto il riconoscimento di centro di riferimento nella rete dei trapianti, abbiamo vinto premi allo Smau per le nuove tecnologie e l'innovazione, siamo stati menzionati al politecnico di Milano. Sono cose che resteranno nel mio vissuto professionale e umano».

Cosa si aspetta di trovare al Cardarelli?
«Quell'ospedale è tutt'uno col suo nome: grandi professionalità, risorse, tradizioni. Un gigante della sanità campana e del Sud con i suoi problemi che sono comuni a tutti i grandi ospedali d'Italia. Un ospedale da restituire ai suoi migliori fasti in tutti i campi. Le professionalità ci sono. Credo di dovermi impegnare solo sul piano organizzativo. Sarà un grande lavoro, di ascolto e di decisioni da prendere. So che non sarà certo facile».

La questione centrale è il pronto soccorso?
«Sì, certo, non solo del Cardarelli. È il primo nodo che andremo a sciogliere. Già adesso sto pensando come affrontare le problematiche che mi aspettano».

Sarà centrale la figura del direttore sanitario?
«Sì e penso di avere già in mente un profilo adeguato ma è prematuro».

Quello del personale che manca e la fuga dei camici bianchi è un altro scoglio da superare?
«Certo ma alla Asl Napoli 2 nord abbiamo creato i presupposti per una attrattività e un benessere lavorativo che ci ha spinto a non dover scontare fughe e anzi dal 118 dell'area metropolitana molti professionisti sono migrati da noi. Manuel Ruggiero, che guida l'associazione Nessuno Tocchi Ippocrate, è passato dalla Asl Napoli 1 alla Napoli 2. Abbiamo lavorato in proficua collaborazione ai corsi di formazione interattivi contro le aggressioni. Insomma l'ascolto e la collaborazione sono centrali per prendere le decisioni giuste a favore dei professionisti e dell'utenza. Bisogna seminare per raccogliere. Abbiamo agito per la protezione e accompagnamento del personale anche nelle aree più critiche. Abbiamo inventato e rivisitato nuovi percorsi nel 118 istituendo per primi le auto mediche di supporto dando così risposte nei 18 minuti previsti. Tutto questo ha dato buoni frutti sebbene non abbia annullato il livello di violenza e inciviltà che sottende alcune aree culturali di questi territori». 

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