Appalti ad Afragola, è scontro
sugli arresti a Nespoli

Appalti ad Afragola, è scontro sugli arresti a Nespoli
di Leandro Del Gaudio
Martedì 22 Settembre 2020, 21:07
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C'è un braccio di ferro in corso su Vincenzo Nespoli. La Procura di Napoli nord chiede per l'ex senatore e sindaco di Afragola gli arresti domiciliari; il gip ha rigettato, ma la Procura di Aversa ha rilanciato: deve essere arrestato, devono scattare gli arresti domiciliari. Divergenze nel valutare intercettazioni e dichiarazioni di presunte parti offese, atti destinati ora alla valutazione del Tribunale del Riesame. Saranno i giudici napoletani a stabilire se accogliere o meno la richiesta di misura cautelare, in relazione ad un paio di accuse che vedono tuttora indagato l'ex senatore di An, per altro oggi dato vicino alla Lega.

LE ACCUSE
Ma su cosa verte il nuovo caso giudiziario che ha investito Vincenzo Nespoli? In un primo capitolo di accusa, l'ex sindaco risponde di tentata concussione in concorso con Marco Chiauzzi, in qualità di dirigente del settore finanziario e della polizia municipale di Afragola e con Camillo Giacco, assessore all'ambiente e nipote dello stesso Nespoli. In sintesi, l'ex senatore viene indicato come dominus di fatto della gestione dell'Ente, al punto tale da fare arrivare a Rosa Pascarella, funzionario tecnico al servizio ambiente di Afragola, una richiesta ben precisa: la risoluzione in via anticipata del contratto con una società che si occupa di gestione dei rifiuti, ma anche l'input di predisporre una nuova gara di appalto in vista della progettazione del piano di compostaggio.

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Ipotesi di concussione, secondo il pm Dongiacomo, tutto ruota attorno a un appuntamento del nove luglio del 2018, con l'obiettivo di formulare un nuovo capitolato di gara. Avrebbero poi fatto seguito telefonate da parte di Chiauzzi del tipo "a che punto sta... stiamo aspettando, muoviti, ma più per te...". In cambio, la funzionaria avrebbe protratto il proprio lavoro ad Afragola, senza correre il rischio di essere rispedita nella sede più disagiata di Ischia.

Ma non è finita. Oltre ai rifiuti, c'è un altro filone di indagine, che investe Nespoli, che va raccontato con la premessa di prima: per il gip che ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari non ci sono riscontri in grado di sostenere il lavoro investigativo.

E in questo caso non c'entrano i rifiuti, ma un servizio di assistenza di persone disabili. Ipotesi turbata libertà degli incanti, per aver favorito una società in particolare. In che modo sarebbe avvenuto questo condizionamento? Per la Procura di Napoli nord non ci sono dubbi: con l'assegnazione di un punteggio sproporzionato e ingiustificato al progetto della società ritenuta favorita.

Scrive ora il pm in sede di appello: «Si evince che il giudice per le indagini preliminari è incorso in gravi errori nella valutazione del quadro indiziario esposto da questo Pm».

In sintesi, per il gip mancano risconti concreti - parliamo di utilità dirette per Nespoli - in seguito alla predisposizione di atti di gara non idonei a favorire ditte compiacenti, né sono emersi contatti tra gli indagati e gli imprenditori.

Per quanto riguarda le accuse mosse a proposito del punteggio all'azienda in corsa per ottenere un appalto per l'assistenza dei disabili, non si evince - scrive il gip - un riscontro del pregresso accordo in ordine alla scelta del punteggio da attribuire.

Spiega al Mattino l'avvocato Rosario Pagliuca, storico difensore di Nespoli (assieme al collega Salvatore Pane): "L'ordinanza del gip di rigetto della richiesta di arresti domiciliari per insussistenza di gravi indizi di colpevolezza è giuridicamente corretta ed ineccepibile, pertanto confido nella conferma da parte del Tribunale del Riesame di Napoli".

Scrive invece il pm nei suoi motivi di appello: «La complessa attività di intercettazione effettuata ha chiaramente evidenziato un comportamento di servilismo dei funzionari del Comune di Afragola nei confronti di Nespoli che, pur non rivestendo alcuna carica all’interno del comune, continua a muovere le fila dell’amministrazione pubblica la Pascarella, che sentita a sommarie informazioni ha confermato ancora una volta quanto detto in denuncia ed ha riferito che il Nespoli avrebbe dovuto verificare gli atti che sarebbero stati da lei predisposti».

E il pm ha poi aggiunto: «La stessa Pascarella ha dichiarato che la pressione esercitata su di lei veniva manifestata anche in riferimento alla prospettiva di poter rimanere in via definitiva presso il Comune di Afragola e quindi non dover ritornare a lavorare ad Ischia (sua sede originaria, ndr)». Ora la parola passa ai giudici del Riesame.
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