Napoli, incendiata la porta di casa di una famiglia di nigeriani: «Sono babygang razziste»

La denuncia dei nigeriani: "Noi vittime di razzismo"
La denuncia dei nigeriani: "Noi vittime di razzismo"
di Antonio Folle
Giovedì 14 Febbraio 2019, 19:18
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Paura nella notte a via Biagio Miraglia, a due passi dall'ex cimitero degli Inglesi, nel quartiere Arenaccia. Nella notte tra mercoledì e giovedì la porta di un appartamento abitato da alcuni cittadini nigeriani è stata data alle fiamme da ignoti che si sono immediatamente dileguati senza lasciare alcuna traccia. Sul posto sono immediatamente intervenuti i vigili del fuoco che hanno spento il focolaio di incendio causato, con ogni probabilità, con un getto di benzina. Secondo la famiglia che abita l'appartamento di via Biagio Miraglia si è trattato di un episodio di razzismo perpetrato da una baby gang della zona che già negli scorsi giorni avrebbe preso di mira Faith, sua sorella e i quattro bambini che vivono nell'appartamento.
 

I residenti della zona, allertati dalle urla della donna, sono immediatamente accorsi contribuendo a domare le fiamme che rischiavano di lambire i piani alti del palazzo. Una grossa macchia di fumo, residui di plastica bruciata ed erbacce bruciate testimoniano il rogo che poteva sfociare in una vera e propria tragedia. Solo una lieve intossicazione per uno dei bambini che è stato portato in ospedale e dimesso poche ore dopo.

«Mio figlio si è accorto che entrava fumo dalla porta e ci ha svegliati - spiega Fatih, la "capofamiglia" - era passata da poco la mezzanotte ed eravamo già andati tutti a letto. Ho aperto la porta e ho visto le fiamme che si alzavano fino al primo piano del palazzo. Ho preso dell'acqua e ho tentato di spegnere l'incendio - prosegue - e poi le altre persone che vivono qui sono intervenute e ci hanno dato una mano».
 
 

I nigeriani denunciano il fatto come una intimidazione di stampo razzista e, stando a quanto riferiscono, non sarebbe nemmeno il primo episodio. «Ci sono dei ragazzi del quartiere che si divertono a lanciare pietre sulla porta e sulle finestre - prosegue ancora Fatih - e quando ho cercato di parlare con loro mi hanno detto di ritornare al mio paese. Circa due settimane fa hanno distrutto i vetri della finestra che da sulla cucina con una sassata. Stanotte abbiamo avuto tanta paura, ma vogliamo comunque ringraziare i nostri vicini che ci hanno aiutato». 

L'ipotesi-razzismo è senz'altro da tenere in considerazione anche se, al momento, non si può escludere nessuna matrice - a cominciare dai regolamenti di conti tra famiglie nigeriane - relativa al raid ai danni dei nigeriani di via Biagio Miraglia. Le vittime dell'agguato, infatti, non hanno ancora sporto denuncia alle forze dell'ordine. Una piaga, quella delle mancate denunce di reati, che di certo non agevola il già complicato lavoro di polizia e carabinieri.

«Il nostro non è un quartiere razzista - spiega Enrico Cella del Comitato Vivere il Quartiere - lo testimonia il fatto che gli stessi residenti si sono precipitati per aiutare la famiglia nigeriana vittima di questo attentato. Abbiamo bisogno di più sicurezza sul nostro territorio dal momento che viviamo una vera emergenza baby gang. Pochi giorni fa alcune persone hanno divelto i cancelli dell'ex cimitero degli inglesi e hanno distrutto alcune tombe, allo stesso modo - prosegue ancora Cella - ci sono stati raid vandalici anche ai danni delle giostrine di piazza Poderico. Quello che chiediamo al sindaco de Magistris e alle forze dell'ordine è un presidio più efficace sul nostro quartiere che, purtroppo, oggi è terra di nessuno».
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