Turbativa d'asta: arrestato a Firenze avvocato napoletano

Turbativa d'asta: arrestato a Firenze avvocato napoletano
Lunedì 23 Aprile 2018, 11:04
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Arrestati un imprenditore di Fucecchio (Firenze) ed un avvocato di Napoli accusati di aver pilotato un'asta immobiliare di un agriturismo. Con loro è indagato un avvocato fiorentino, che è stato interdetto dal pubblico ufficio.
I militari della sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza presso la Procura di Firenze, in collaborazione con i colleghi del nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli, della compagnia di Nola ed Ottaviano, hanno eseguito stamani un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Firenze, a carico dell'imprenditore di Fucecchio, P.C., e dell'avvocato napoletano, C.G.. Le Fiamme Gialle hanno oltre notificato la convocazione per essere interrogato ai fini dell'applicazione della misura interdittiva dalle funzioni pubbliche esercitate a carico dell'avvocato fiorentino L.A.. I tre sono indagati, insieme ad altri soggetti, per il reato di turbativa d'asta.
Le indagini, dirette dal sostituto procuratore Paolo Barlucchi e svolte dai finanzieri della sezione della Procura, hanno permesso di ricostruire gravi fatti di turbativa d'asta commessi nel corso del tempo e finalizzati ad ostacolare la vendita all'asta di un vasto complesso immobiliare, con annessa piscina, adibito ad agriturismo a Fucecchio (Firenze). Gli accertamenti svolti hanno permesso di accertare che nel corso delle varie aste che si sono succedute nel tempo, ben 9 dal 2015 ad oggi, il debitore che occupa ancora l'immobile, con artifizi ed intimidazioni ha avuto la possibilità di ostacolare il normale svolgimento della gara grazie alla connivenza degli indagati.
In particolare, nonostante che le norme prevedano che il debitore esecutato non possa partecipare all'asta del proprio bene, l'imprenditore P.C. avrebbe aggirato la disposizione avvalendosi della collaborazione dell'avvocato napoletano C.G., il quale ha fatto partecipare alle varie aste acquirenti fittizi al solo scopo di evitare che il bene venisse aggiudicato a terzi. Inoltre è stato accertato che più volte P.C. durante le visite di rito da parte di potenziali acquirenti avrebbe minacciato apertamente gli stessi, tanto da indurli a non partecipare all'asta. In questo contesto è accusato di aver rivestito un ruolo cardine l'avvocato fiorentino L.A., il quale, nella sua veste di professionista delegato alla vendita dal giudice dell'esecuzione, avrebbe concorso, «con comportamento supino alla volontà del debitore, alla realizzazione di plurimi illeciti».
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