Ieri pomeriggio piazza Luigi di Nocera, una delle piazze storiche del quartiere Secondigliano, ha ospitato il primo evento organizzato dal movimento anticamorra Arrevotiamo, un movimento nato dal basso e fatto quasi esclusivamente da giovani e giovanissimi uniti per dare una speranza ai quartieri colpiti dalla piaga della criminalità organizzata. Circa cento persone - tutte opportunamente distanziate - hanno partecipato all'evento portando la loro testimonianza e mettendo in campo le loro idee per la rinascita del territorio. Un successo di pubblico che ha stupito anche gli stessi organizzatori e che ha lanciato una formidabile speranza di rinascita per il quartiere.
L'evento che si è tenuto ieri pomeriggio a Secondigliano ha un doppio valore simbolico. L'evento anticamorra dei giovani capitanati da Davide D'Errico si è infatti svolto in quella che è stata in passato una delle più trafficate piazze di spaccio di Secondigliano, un quartiere tra i più giovani della città dove i problemi della devianza giovanile devono essere - specie nell'agenda del prossimo sindaco di Napoli - al centro delle politiche di rilancio.
A fare gli onori di casa il Laboratorio di Riscossa Secondiglianese.
«Il quartiere di Secondigliano - ha dichiarato Vincenzo Strino, presidente del Larsec - e in generale la VII Municipalità, è uno dei territori più giovani d'Italia e metterne insieme un bel po' per una manifestazione anticamorra è stata una scommessa vincente. Nella piazza in cui vent'anni fa si confrontavano i boss di camorra per spartirsi l'area nord, oggi si confrontano i ragazzi su temi troppo distanti dal dibattito cittadino, schiacciato su nomi, alleanze, veleni e polemiche. Queste ultime cose - continua Strino - ad un under 35 non interessano. C'è una fortissima voglia di partecipazione, ma su temi che incidono ogni giorno nella loro vita e in quella degli altri. Anche perchè per salvare il mondo a volte bisogna partire dal proprio quartiere e i giovani di Secondigliano hanno dato uno splendido messaggio in tal senso».
Tanti i confronti aperti e i dibattiti organizzati in questi anni dal Larsec, una associazione che più volte ha messo in campo le proprie energie - e fin anche risorse economiche personali - in favore dei bistrattati giovani di periferia. Un successo, quello del Larsec, che non è passato inosservato e che ha attirato critiche e gelosie da quella parte malata del territorio che preferisce l'immobilismo degli ultimi anni ad un attivismo che ha il non trascurabile merito di non avere appoggi e padrini politici alle spalle.
La lotta - quella vera - alla camorra e le prospettive future della città saranno con ogni probabilità il terreno di scontro, unito allo spinosissimo problema del debito monstre del Comune di Napoli, su cui si giocherà la delicata e complessa partita elettorale delle prossime settimane.
«Dopo tutte le crisi - ha affermato Davide D'Errico - Napoli è stata terreno di caccia dei clan che si sono arricchiti sulla miseria della nostra gente. È successo dopo il terremoto o con l'emergenza rifiuti. Sta succedendo che ora con la pandemia. Mentre le attività legali chiudevano le saracinesche per legge, le piazze di spaccio invece restavano aperte e gli usurai della camorra compravano la fame di persone disperate. Noi - continua - siamo una generazione di napoletani giovanissimi e coraggiosi che in questi anni hanno costruito un nuovo modello di anticamorra e di sviluppo economico legale. Ora scendiamo in campo con Arrevotiamo, un movimento anticamorra, per portare questa ventata di novità, questa indignazione e questo coraggio nelle aule della politica. Sfidiamo - prosegue ancora D'Errico - tutti i candidati a sindaco con una richiesta chiara: fuori i camorristi, fuori i condannati e i loro parenti conviventi dalle liste per Napoli».