Asl Napoli 1, l'allarme del manager: «Il personale non basta più, 118 e ospedali in affanno»

Asl Napoli 1, l'allarme del manager: «Il personale non basta più, 118 e ospedali in affanno»
di Ettore Mautone
Domenica 19 Settembre 2021, 09:03 - Ultimo agg. 20 Settembre, 07:13
4 Minuti di Lettura

Non c'è solo il 118 ma anche i reparti di pronto soccorso a Napoli sono a corto di personale. La carenza più acuta riguarda la Asl Napoli 1 ma è tutta la rete napoletana ad arrancare con il Cardarelli in sofferenza, il Cto privo di alcune guardie notturne come quella ortopedica e uno stillicidio continuo di camici bianchi che si allarga a macchia d'olio anche alla rete del resto della Campania. Al primo concorso per altre discipline personale formato ed esperto, con lunghe esperienze di pronto soccorso alle spalle, partecipa, vince e va via lasciando le prime linee sempre più sguarnite. L'Asl Napoli 1, ad esempio, deve tenere in funzione le Emergency dell'Ospedale del mare, dal San Paolo, dal Pellegrini e vorrebbe riattivare il pronto soccorso del San Giovanni Bosco da mesi al palo. La mancanza di personale condiziona fortemente un servizio fondamentale e salvavita in cui nessuno vuole più venire a lavorare viste le tante alternative che oggi ci sono con lo sblocco dei concorsi mentre i reclutamenti per le discipline d'urgenza e gli impieghi in prima linea vanno puntualmente deserti.

Non è un caso che la Asl metropolitana una settimana fa ha scritto alle direzioni sanitarie di tutte le altre 16 aziende sanitarie della Campania, Santobono e Pascale compresi per la stipula di apposite convenzioni per la copertura di turni in pronto soccorso.

Inutile dire che la richiesta di aiuto per ottenere ore di servizio, da parte di medici specialisti in Pronto soccorso, e in Medicina d'accettazione e d'urgenza, è rimasta lettera morta. Nessun'azienda sanitaria, allo stato attuale, ha nei ranghi personale ridondante tale da consentire di svolgere turni altrove. Lo stesso Cardarelli ha da vedersela con una progressiva carenza per la fuga di tanti specialistici e sono in corso turnazioni da altri reparti soprattutto le Medicine, le uniche che consentono di garantire il servizio. Ma anche al Cardarelli due o tre medici per turno con oltre 100 pazienti in Osservazione possono fare poco.

Video

All'ospedale del mare l'area di emergenza e urgenza comprende il Pronto soccorso, L'osservazione breve intensiva (Obi) e il reparto di medicina di urgenza. Nel 2018, quando questa unità operativa aprì i battenti, c'erano 15 specialisti vincitori di concorso a cui subito dopo se ne aggiunsero altri 5. Venti operatori giovani e motivati sotto la guida di un primario esperto proveniente dal Pellegrini, Vittorio Helzel, uno dei pochi specialisti della disciplina in tutta la Asl. Oggi il primario sta per andare in pensione e molti di quei giovani sono andati via per altri lidi. Sono rimaste solo 10 unità di cui una è esentata dai turni di notte per motivi di salute, una era al 118 e fa parte del contingente che lascia per la medicina generale e un terzo, il 1 ottobre, prenderà servizio nella unità di Chirurgia a Sorrento. Sette medici per coprire turni massacranti con qualche rinforzo dai reparti sono davvero pochi per un grande ospedale. Così al San Paolo, dove mancano almeno una dozzina di unità, mentre solo il Pellegrini è coperto grazie al gran numero di chirurghi. La soluzione tampone? Pare venire dai contratti interinali ma i veterani dei reparti storcono il naso: «Non si può lavorare così in un posto così delicato. Ci vuole un gruppo, una squadra, complicità, affiatamento. Questo è un lavoro di equipe - dicono - non può essere fatto da unità disparate di medici presi a caso. È un rischio per gli ammalati e una mortificazione per noi medici». Urge insomma una pianificazione che guardi lontano: tutta la rete del Pronto soccorso e del 118 andrebbe rifondata e rivista anche a livello legislativo con puntuali incentivi. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA