Asl Napoli 1, la relazione del Viminale: «Camorra, non ci sono presupposti per lo scioglimento»

Asl Napoli 1, la relazione del Viminale: «Camorra, non ci sono presupposti per lo scioglimento»
Giovedì 17 Dicembre 2020, 16:51 - Ultimo agg. 18 Dicembre, 09:15
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Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha adottato il decreto - ai sensi dell'articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 - con cui si conclude il procedimento avviato nei confronti dell'Azienda Sanitaria Locale Napoli 1 Centro. Allo stato dei fatti, si legge in una nota, «non sono risultati sussistenti i presupposti richiesti dalla normativa vigente per lo scioglimento dell'Azienda in questione, mancando gli elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti e indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare».

Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ha adottato il decreto - ai sensi dell'articolo 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 - con cui si conclude il procedimento avviato nei confronti dell'Azienda Sanitaria Locale Napoli 1 Centro.

Allo stato dei fatti, si legge in una nota, «non sono risultati sussistenti i presupposti richiesti dalla normativa vigente per lo scioglimento dell'azienda in questione, mancando gli elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti e indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso o similare».

«Sono state, comunque, al momento individuate dai competenti uffici del ministero dell'Interno, e rappresentate al prefetto di Napoli, alcune aree di intervento nelle quali sono emerse situazioni di irregolarità amministrativa che hanno determinato evidenti disfunzioni nell'organizzazione e nella gestione delle attività di competenza della predetta azienda sanitaria, con particolare riguardo ai servizi forniti dal presidio ospedaliero San Giovanni Bosco, si spiega. «Nel quadro della leale collaborazione istituzionale tra Stato e Regione è stato, dunque, invitato il prefetto di Napoli a segnalare alla Regione Campania le criticità riscontrate», conclude la nota.

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