Asl, a Napoli polo di tre ospedali la rivoluzione post Covid

Asl, a Napoli polo di tre ospedali la rivoluzione post Covid
di Ettore Mautone
Giovedì 10 Giugno 2021, 09:13 - Ultimo agg. 13:06
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Rivoluzione Asl Napoli 1: con i fondi del Recovery plan (il piano nazionale di ripresa e resilienza) e l'aggiunta di fondi regionali per l'edilizia sanitaria, entro la fine dell'anno l'assistenza sul territorio della città mette il turbo rimettendo in pista tutti i vecchi presìdi fermi ai box da anni e ridotti a poliambulatori. Come il San Gennaro, il Loreto Crispi, l'Annunziata che saranno dunque rimessi in moto con le funzioni di Case della salute, Ospedali di comunità, Polo pediatrico in risposta alle indicazioni della legge di riforma nazionale.

Un viaggio da compiere in stretta integrazione con la medicina di famiglia, i distretti, la specialistica ambulatoriale e le altre articolazioni della medicina di prossimità che a Napoli dovrà assicurare le cure domiciliari a malati cronici e anziani, prendersi cura delle nuove fasce di vulnerabilità, svolgendo quelle funzioni di filtro da sempre invocate ma negli ultimi lustri finite contro il muro della scarsità dei fondi e dei tagli alla Sanità. Un ridisegno profondo e complessivo dell'offerta sanitaria in città che ha preso forma nelle parole del manager della Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva durante il recente faccia a faccia con primari e dirigenti sanitari che si è svolto due giorni fa a Napoli est a cui ha preso parte anche l'intersindacale dei camici bianchi.

Che fine fanno i grandi ospedali, in questo nuovo disegno dei servizi sanitari del territorio? Sono destinati a rifondare quelli che un tempo erano gli Ospedali riuniti di Napoli, accorpando in un'unica azienda di rilievo nazionale e di alta specializzazione l'Ospedale del mare (a Napoli est), il San Paolo (a ovest) e il San Giovanni Bosco (nella zona aeroporto). Ospedali riuniti che affiancheranno, in tale nuovo assetto, le funzioni del Cardarelli, altro grande polo multispecialistico e di eccellenza della rete di emergenza e urgenza in sinergia con i due Policlinici universitari che anch'essi spingono per aprire al servizio della città un accesso di pronto soccorso.

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Una riorganizzazione complessiva in cui riconfigurare la rete delle principali discipline specialistiche e dei pronto soccorso in città, lasciando alla gestione diretta dell'Azienda sanitaria metropolitana il solo ospedale dei Pellegrini (di proprietà dell'Arciconfraternita) e il Loreto Nuovo la cui mission è ancora incerta.

Per il presidio di via Vespucci questa andrà ridefinita solo dopo averlo svuotato (non prima di settembre) dalle attività di Covid center: in questo caso potrà rientrare nella nascente rete degli ospedali riuniti della città, ma anche nella articolazione dei presìdi territoriali da ricostruire; oppure potrebbe restare, come il Pellegrini, un ospedale di riferimento della Asl per il centro storico, dotato di un Pronto soccorso e di altre discipline specialistiche funzionali alle specializzazioni che ciascun presidio potrà a quel punto assolvere.

Un progetto di svolta già ben delineato nei programmi della Asl e da avviare entro la fine del 2021 con i fondi del ricoveri fund, incrociando le ristrutturazioni programmate (anche per gli Incurabili) nell'ambito del Piano ospedaliero che a questo punto andrà riscritto ma che per essere un progetto compiuto impiegherà inevitabilmente degli anni. Intanto, per restare alle urgenze del quotidiano, l'aria condizionata che manca, all'ospedale del mare, sarà ripristinata non prima della fine di giugno. Cartina alla mano, Verdolina ha illustrato le difficoltà tecniche per realizzare un bypass con tubazioni provvisorie. I lavori sono iniziati con ritardo (vanno avanti da una decina di giorni) a causa di una trivella e si protrarranno fino al 27 giugno.
 

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