Napoli, un bug segreto per truffare l'Asl: tre impiegati nel mirino del pm

Lavori fantasma e ordini di pagamento generati con un errore nel sistema informatico

Al lavoro i militari della Guardia di Finanza
Al lavoro i militari della Guardia di Finanza
di Leandro Del Gaudio
Domenica 12 Febbraio 2023, 23:15 - Ultimo agg. 14 Febbraio, 07:16
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Lavori fantasma, soldi veri, puntualmente fatti arrivare nelle tasche di manager di ditte compiacenti. Ma anche ordini di pagamento per “prestazioni occasionali”, grazie a una sorta di bug informatico, che consentiva di aggirare il sistema di controlli interni alla principale azienda sanitaria napoletana. Sono questi i due filoni di indagine su cui è al lavoro la Procura di Napoli, a proposito di un fiume di denaro uscito dalle casse dell’Asl Napoli uno, in un modo ritenuto decisamente sospetto. Un’inchiesta che nasce dalla denuncia interna del manager Ciro Verdoliva, che ha spedito mesi fa una denuncia (poi integrata dal lavoro istruttorio interno) ai militari della Guardia di finanza. Oggi, sulla scorta di una prima fase investigativa, è possibile conoscere i retroscena dell’assalto alle casse della asl cittadina. 

Nomi di indagati e modus operandi vengono fuori infatti dalla discovery dell’inchiesta condotta dal pm Danilo De Simone, che ha chiesto e ottenuto lo scorso dicembre il sequestro di 3 milioni e mezzo di euro, in un’inchiesta che è solo alle battute iniziali. Sono 16 i nomi coinvolti, a leggere il decreto di sequestro firmato dal gip Valentina Giovanniello. Truffa ai danni dello Stato, verifiche su tre dipendenti dell’Asl, che dovranno replicare alle accuse in relazione a due filoni di indagine: il primo riguarda gli ordini di pagamento veri per lavori fantasma, mai effettuati, indirizzate ad aziende ritenute compiacenti; il secondo, invece, riguarda ordini di pagamento per “prestazioni occasionali”, grazie a un bug inserito nel sistema informatico della Asl. Ma proviamo a ripercorrere il lavoro investigativo, alla luce di una premessa doverosa: tutti i soggetti coinvolti potranno replicare alle accuse e dimostrare la correttezza della propria condotta, vanno pertanto ritenuti innocenti fino a prova contraria.

È il caso che investe il dipendente Renato Scognamiglio, che dovrà rispondere di 13 casi anomali, relativi a ordini di pagamento per ditte che - stando a quanto emerso - non sarebbero mai intervenute a svolgere i lavori indicati.

Parliamo per lo più di manutenzione edilizia o degli impianti anticendio nei principali ospedali cittadini: opere ritenute completamente posticce, mai realizzate. A leggere le carte depositate dal pm, si comprende che si tratta di lavori sotto soglia (150mila euro), con modalità d’urgenza, senza alcuna gara pubblica. Scrive il gip: «Tutti gli ordini di acquisto sono disposti e inseriti nel sistema informatico sap - anche nei periodo di assenza per malattia - tra il 2020 e il 2022, dal geometra Renato Scognamiglio, nella duplice e anomala veste di Rup e direttore dei lavori». E secondo gli inquirenti, le società che avrebbero apparentememte effettuato i lavori si sarebbero limitate a produrre fatture false (anche grazie ad altri intermediari) e a intascare commesse da svariate centinaia di migliaia di euro.  

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Agli atti anche un secondo filone, che vede coinvolti i dipendenti Carlo Vilone e Carmine Luongo, che avrebbero «posto in essere una differente frode». In che modo? Agendo sulla «generazione dei mandati di pagamento, verosimilmente sfruttando un bug nel sistema informatico, creando nell’ultimo biennio, numerosi mandati di pagamento per prestazioni occasionali, aventi ad oggetto “acquisti di servizi sanitari per assistenza specialistica ambulatoriale da privati”». Possibile? Soldi spostati grazie a un bug? Alla voce «conto tesoriere - scrive il gip - è indicato un numero “999999999999”», 12 volte 9, «segno evidente che i due dipendenti erano a conoscenza delle modalità con le quali era possibile aggirare eventuali controlli informatici automatici sui mandati fittiziamente creati». 

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