«Siamo contrari ai no-vax ma non ci fidiamo dei vaccini anti Covid». Il pensiero di Nicola Garramone e sua moglie Assunta De Falco, ultrasettantenni napoletani, accomuna la maggior parte dei disertori della campagna vaccinale partenopea. A Napoli, la percentuale più alta di popolazione che non si è registrata sulla piattaforma regionale, riguarda i cittadini dai 60 anni in su che «non vogliono fare da cavie ad un vaccino su cui non c’è stata un’adeguata sperimentazione». «All’inizio, ci avevano raccontato il virus quasi come una banale influenza e oggi ci ritroviamo in pandemia - spiegano Nicola e Assunta, rispettivamente di 76 e 74 anni - ci sentiamo disorientati e vogliamo più garanzie sui vaccini che vengono somministrati».
«Credo nella scienza, mi sono sempre vaccinata e ogni anno eseguo il vaccino anti influenzale ma, questa volta, ho molti dubbi» racconta Assunta che prima del lockdown, era impegnata come insegnante di teatro e doppiatrice. «La decisione di non vaccinarmi è una questione di scarsa fiducia nella gestione delle campagne anti Covid, dove emergono posizioni differenti e persino contraddittorie tra i vari paesi e governi» continua la 74enne che, dall’inizio della diffusione del virus, non perde occasione «per informarsi e approfondire tutte le notizie». «Non è una questione di paura e non temiamo AstraZeneca più degli altri farmaci» chiarisce la coppia di coniugi decisa a non vaccinarsi «per non diventare cavie di una sperimentazione che stanno facendo sulla pelle dei cittadini». «Ogni tanto esce fuori la notizia di un decesso o di altre conseguenze negative per i vaccinati, senza contare tutto ciò che non sappiamo- aggiungono Nicola e Assunta - a quel punto i governi cambiano regole e procedure sulle somministrazioni». «È questo che ci fa paura e ci fa perdere la fiducia nel vaccino contro il Covid».
«Non ci vaccineremo ma rispettiamo chi lo fa e crediamo che ognuno abbia le sue motivazioni» racconta la coppia di napoletani che, più di una volta, si è sentita «giudicata e sotto pressione da chi, vaccinato, insiste per convincerli e farli cambiare idea». «La maggior parte dei parenti, compresi i nostri figli, sono vaccinati e abbiamo sostenuto chi sentiva necessario farlo» spiegano Nicola e Assunta che confessano come «molti contrari alla vaccinazione anti Covid, stiano evitando di far sapere della loro scelta per non essere giudicati e isolati». «In questo momento c’è una certa opposizione sociale contro i non vaccinati» ma la scelta di dire “no”, persino per uno convinto come Nicola, è arrivata dopo un primo momento di grande indecisione. «Mi ero registrato sulla piattaforma per vaccinarmi con la monodose di Johnson & Johnson in farmacia ma non sono stato chiamato perché erano finite le dosi» racconta il 76enne che, ora è residente a Marano. «Avevo pensato che un’unica dose, poteva essere meno rischiosa ma mi sono ricreduto – spiega Nicola- sappiamo troppo poco sugli effetti di questo farmaco e anche una sola dose può produrre conseguenze di cui, attualmente, non siamo a conoscenza».
«Vorrei vaccinarmi ma non mi sento sicuro e spero che, in futuro, potremo avere maggiori garanzie su questi farmaci» insiste Nicola che continua a lavorare come specialista nelle riparazioni elettriche. Per i coniugi napoletani, così come per la maggior parte dei non vaccinati fin’ora, c’è il desiderio di un farmaco che possa salvare dal virus ma manca la fiducia nel vaccino al punto che si preferisce «morire di Covid piuttosto che ammalarsi per colpa del vaccino» aggiunge Assunta. «Sia chiaro: abbiamo avuto e abbiamo paura del Covid per questo facciamo la massima attenzione con mascherine, disinfezione della spesa, guanti e sembra di stare in una clinica piuttosto che una casa - sottolinea la 74enne - ma abbiamo ancora più paura delle conseguenze di farmaci di cui si conosce troppo poco».