Vandalizzata l'auto di un imprenditore: aveva denunciato i clan di Ercolano

Vandalizzata l'auto di un imprenditore: aveva denunciato i clan di Ercolano
di Francesca Mari
Giovedì 29 Ottobre 2020, 12:58 - Ultimo agg. 31 Ottobre, 16:52
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Vandalizzata l’auto di un imprenditore anti camorra che aveva denunciato le mani del clan sugli appalti pubblici di Ercolano. La denuncia di Piero Sabbarese del partito Azione: «Informato il senatore Matteo Richetti il leader nazionale, fatto all’attenzione di tutto il paese». Nelle scorse ore ignoti hanno distrutto l’auto di famiglia di Filippo Nocerino, un imprenditore di Ercolano che lavora nel campo dell’edilizia pubblica e che, una decina di anni fa, ha denunciato tutti i clan che avevano le mani sugli appalti pubblici.
 

La sua azienda sta lavorando al momento sul cantiere di via Mare per l'apertura di uno spazio verde gestito dal Comune di Ercolano e dal Parco Archeologico, con l'idea di cambiare tutte le dinamiche di fruizione di questo quartiere del centro storico, permettendo così la crescita di flussi turistici e togliendo i residenti dall’isolamento, nonché favorendo la nascita di nuove iniziative culturali e sociali.
 

 

Il consigliere comunale del partito Azione, Piero Sabbarese, informato dei fatti è subito intervenuto con la segreteria nazionale del partito perché non cali l’attenzione sul fenomeno della criminalità organizzata che continua a tenere in scacco la comunità.«Appena ho appreso la notizia mi sono recato sul cantiere per manifestare la mia vicinanza a Filippo. - dichiara Piero Sabbarese, consigliere comunale di Azione - Nonostante non si conosce bene la natura dell'aggressione, ho ritenuto giusto far capire che le istituzioni ci sono e non lo abbandoneranno.


Questa intimidazione è un atto grave, e al di là delle indagini degli inquirenti penso che la comunità si debba stringere attorno ad individui in prima linea come lui.

Se questo territorio, dopo molti anni di battaglie e sacrifici, è riuscito a liberarsi dal cancro della camorra, è grazie a persone come Filippo che si sono battute per la libertà di tutti noi. Ho anche chiamato immediatamente il senatore Matteo Richetti, che ha manifestato la sua preoccupazione per questa vicenda e ha promesso di portarla all'attenzione della politica nazionale».

«Sono anni che nel silenzio mediatico l’amico e socio Filippo vive una condizione di costrizione e forte limitazione personale e familiare all’ombra dei riflettori- affermano i soci della coop. Giancarlo Siani - quello che ci preoccupa e che tali atti si susseguono nel tempo da ormai troppi anni e ci pongono diversi interrogativi. Un atto vandalico è storia di tutti i giorni? Una macchina distrutta non dovrebbe suscitare grande scalpore, ma se succede ad Ercolano ai danni di un noto imprenditore anticamorra che ha denunciato e denuncia da oltre dieci anni i suoi aguzzini, allora bisognerebbe alzare l'asticella dell’attenzione. Non è la prima volta che accadimenti del genere ricorrono nella quotidianità - sottolineano - basta soffermarsi a ricordare che gli incendi nei cantieri della sua ditta, le manomissioni ai mezzi di lavoro, le minacce ai suoi operai derivano dalla forte presenza di Nocerino e dell’intera rete anticamorra in opere di ricostruzione fisica e sociale dei luoghi più abbandonati della nostra comunità. Eclatante il caso di minacce e di intimidazione durante i lavori di ripristino e rifunzionalizzazione del fondo confiscato alla camorra di cui la nostra cooperativa è affidataria per la realizzazione di una fattoria sociale, che purtroppo, tutt’oggi non trova le condizioni di pieno utilizzo per una mera questione burocratica e di inerzia amministrativa. La cosa peggiore che possa succedere è lasciar cadere nel silenzio questa vile provocazione, è necessario che le Istituzioni si facciano sentire con forza e presenza costante e che non sminuiscano questi segnali. Piena solidarietà a Filippo – concludono poi i soci della coop-e alla sua famiglia, ai suoi dipendenti e al mondo dell’Anticamorra di Ercolano e forte la richiesta al Comune, alla Regione, allo Stato affinché facciano sentire decisamente che qui ad Ercolano ci sono»

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