Napoli, la rivoluzione di un papà con sport, pizza e coraggio: «Così sfido l’autismo»

Napoli, la rivoluzione di un papà con sport, pizza e coraggio: «Così sfido l’autismo»
di Giuliana Covella
Martedì 16 Marzo 2021, 23:30 - Ultimo agg. 17 Marzo, 11:21
4 Minuti di Lettura

Il più piccolo ha 3 anni e mezzo, il più grande 34. In un’ex fabbrica in via Traversa Limatola, ad Arzano, è nata una realtà per minori e adulti autistici che arrivano da Casavatore, Casoria, Melito e altri comuni limitrofi, ma anche da Secondigliano grazie a un papà, Antonio Culicelli, che per amore del figlio Carlo ha lasciato il precedente lavoro e ha conseguito la qualifica di tecnico sportivo per ragazzi disabili. Così nella sede del vecchio fustellificio di calzature di sua proprietà oggi Antonio ha creato un centro polifunzionale dedicato a loro, che ospita l’associazione “Noi Possiamo Onlus”. Qui bambini e ragazzi imparano la manipolazione con l’arte della pizza, l’equilibrio andando con disinvoltura su overboard o giocando a calcetto, ma anche a fare moto d’acqua e a giocare a bocce. «Non vogliamo sostituirci alle istituzioni - precisa Culatelli - ma va detto che il sistema sanitario qui non funziona e se non ci prendiamo cura noi dei nostri figli, specie in questo momento di emergenza sanitaria che dura da un anno, restano abbandonati al loro destino, perché la società li emargina».

Non appena t’incontra Carlo manifesta tutta la sua allegria sorridendo e correndo come un piccolo atleta su un paio di overboard, con i quali riesce a fare lo slalom tra i coni di plastica nel campo di calcetto senza mai cadere. Ma non sono solo quelle le sue abilità. Oggi Carlo, che ha 11 anni e frequenta la quinta elementare, non parla, si esprime con suoni e gesti, eppure ha riacquistato fiducia in se stesso grazie all’amore dei genitori Antonio e Rachele, allo sport (calcio, pallavolo, basket), ai laboratori di cucina, alla cura dell’orto, alla pet therapy e all’artigianato a cui si dedica per due pomeriggi a settimana insieme agli altri.

Una possibilità che per lui e tanti altri bambini, ragazzi e giovani si è creata grazie alla caparbietà del papà, che un giorno ha deciso di rinunciare alla sua attività lavorativa e dedicarsi ai soggetti affetti da autismo come suo figlio. «Qui prima c’era il nostro fustellificio - spiega Antonio - producevamo 10mila paia al giorno di fondi per calzature. Nel 2010 è nato Carlo e nel 2012 abbiamo avuto scoperto che era autistico. Io e mia moglie abbiamo passato momenti molto duri, ma sin dall’inizio il mio obiettivo è stato quello di fare qualcosa per lui e per i ragazzi come lui. Per lo sport non c’è nulla sull’autismo e soprattutto dopo i 18 anni veniamo abbandonati. Così - continua Antonio - avendo visto mia madre soffrire per mia sorella disabile, oggi 34enne, ho deciso di creare un’opportunità per Carlo e chi è affetto da autismo. Siamo partiti con il progetto sport. Pensai: perché un ragazzo autistico non dovrebbe farlo? Lo sport per loro è integrazione sociale e lavorativa. Gli autistici possono fare tutto, basta solo insegnarglielo». 

Video

Antonio è rimasto per due anni a Bologna per studiare e conseguire una specializzazione di tecnico sportivo riconosciuta dal Coni. Poi ha cambiato lavoro «ma soprattutto mentalità», dice. Oggi segue 25 ragazzi che fanno palestra, calcetto, moto d’acqua e tanto altro. «Noi genitori dobbiamo investire sui nostri figli. Loro hanno i 5 sensi che non funzionano, ma quando andiamo a stimolarli migliorano al 90%. A mio figlio e agli altri ho insegnato finanche a fare le pizze». Tra i progetti che vedono coinvolti i giovani autistici in questo periodo di lockdown c’è quello del matrimonio solidale promosso da Imma Grimaldi, wedding planner: «Insieme a un team di aziende del settore devolveremo parte dell’incasso in beneficenza all’associazione “Noi Possiamo Onlus”. Vogliamo dare un supporto a chi, come Antonio, aiuta questi ragazzi e le loro famiglie lasciate ancor di più sole in questo anno di pandemia. Inoltre insegneremo loro il wedding, con i nostri partner faremo corsi di cucina, giardinaggio, fotografia e bomboniere per favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA