Babygang a Napoli, minorenni sugli scooter bloccano un bus: sputi all’autista per noia

Babygang a Napoli, minorenni sugli scooter bloccano un bus: sputi all’autista per noia
Domenica 7 Novembre 2021, 23:00 - Ultimo agg. 8 Novembre, 18:56
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Insulti, minacce e sputi contro l’autista Anm, «colpevole» di aver suonato il clacson al passaggio di due scooter contromano. L’episodio, accaduto sabato sera a Pianura, è solo l’ultimo di una lunga serie di violenze e aggressioni contro gli operatori del trasporto pubblico. La frequenza e la gravità degli assalti verbali e fisici, a Napoli, è oramai un vero e proprio fenomeno che vede gli automobilisti e i centauri prevaricatori «punire» con azioni da «arancia meccanica» chi, per lavoro, rispetta e vorrebbe far rispettare le regole della viabilità cittadina. Anche martedì scorso, un altro conducente Anm era stato vittima di un brutale raid a colpi di pugni contro i vetri del bus, sputi e gravi offese da parte di una coppia con la figlioletta al seguito e un quarto parente. L’assalto, ripreso in un filmato diventato virale, era scattato dopo che gli automobilisti avevano tentato di infilarsi contromano nella rotonda già imboccata dal bus che, giustamente, non gli aveva dato precedenza.

«Mi hanno sputato addosso, sporcandomi il braccio, dopo avermi insultato e minacciato». Nel raccontare quanto accaduto sabato, poco dopo le 18, Francesco De Vita non può fare a meno di notare, quanto sia diventata “ordinaria” la violenza nella professione che porta avanti da 22 anni. «Mi trovavo su via Provinciale Napoli, a Pianura con circa 30 persone a bordo, quando, all’improvviso sono sbucati due scooter contromano, costringendomi a frenare bruscamente» spiega il 48enne che stava conducendo la linea R6, sulla tratta che collega piazzale Tecchio a Pianura. «Ho suonato il clackson, come facciamo di solito, per segnalare una situazione a rischio - aggiunge l’autista Anm - ma quel mio gesto, ha infastidito i centauri che si sono affiancati al finestrino abbassato, insultandomi e sputando contro di me per poi fuggire via». Un gesto di violenza, quello dei giovanissimi, figlio della noia di chi è abituato a prevaricare a suon di abusi. 

«Dopo lo sputo, ho proseguito la corsa per raggiungere la stazione di interscambio, cosi da consentire ai viaggiatori di prendere altri autobus» racconta De Vita che, poco dopo, ha consegnato l’autobus per le operazioni di disinfezione della cabina e la pulizia della vettura. «Su ogni scooter c’erano due ragazzi sui 16 anni ma subiamo queste aggressioni da persone di tutte le età e di tutti i tipi, anche i più insospettabili» continua il 48enne che, come previsto nei casi di possibile contaminazione biologica, eseguirà le analisi e gli accertamenti di controllo, oggi ancora più necessari considerando il rischio di contagio da Covid. «Non è la prima volta che subisco aggressioni verbali e fisiche e sta capitando sempre più frequentemente che, oltre alla prevaricazione ci sia anche la punizione contro noi operatori che invitiamo a rispettare le regole o suoniamo il clacson» conclude De Vita. 

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«Siamo tornati ai livelli di emergenza del 2015, quando la prima causa di infortunio degli operatori frontline erano le aggressioni» commenta Adolfo Vallini dell’esecutivo provinciale Usb lavoro privato che documenta questo fenomeno, oggi, al 32%. «Continuiamo a chiedere il ripristino della figura del controllore a bordo e la tutela legale degli autisti che spesso si ritrovano a dover pagare anche gli avvocati, dopo aver subito aggressioni» insiste Vallini che si appella al nuovo sindaco, Gaetano Manfredi. «Chiediamo aiuto e non con la privatizzazione dell’azienda ma ascoltando le nostre esigenze e riorganizzando le risorse che abbiamo» conclude Vallini. 

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