Babygang contro la polizia a Napoli, il borgo Sant'Antonio Abate dice no: «Tutti in piazza»

Babygang contro la polizia a Napoli, il borgo Sant'Antonio Abate dice no: «Tutti in piazza»
Domenica 19 Gennaio 2020, 18:15 - Ultimo agg. 20 Gennaio, 06:38
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Napoli tenta di rialzare la testa e di dire basta alla sfida delle baby gang. Ci prova anche con una manifestazione nel prossimo fine settimana proprio nel Borgo Sant'Antonio Abate dove la sera del 17 gennaio - in occasione dei fuochi per il Santo - un gruppo di ragazzini (ripresi in un video) ha assaltato con petardi e oggetti cinque agenti della polizia di Stato costretti a indietreggiare e a difendersi nell'indifferenza degli adulti. Vicenda resa nota da Francesco Emilio Borrelli, consigliere campano dei Verdi, destinatario della video-denuncia, e per la quale sono in corso indagini della polizia tendenti a identificare i componenti della banda, ragazzini intenti a nascondere alberi e legname per il fuocarazzo di Sant'Antonio Abate.

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«Organizzeremo una manifestazione insieme con i residenti e con i commercianti del Borgo di Sant'Antonio Abate ma anche con i rappresentanti dei sindacati di polizia per dimostrare che la stragrande maggioranza delle persone che vive questo quartiere si dissocia dai comportamenti di un manipolo di baby delinquenti e chiede più sicurezza e legalità», spiega Borrelli. «Inviteremo anche i rappresentanti delle forze dell'ordine che, loro malgrado, sono rimasti coinvolti in questa storia che offende l'immagine della città. A loro va la mia piena solidarietà e la stima per il lavoro che svolgono quotidianamente».

«È inguardabile quella scena dello Stato che indietreggia per scelta di fronte alla disobbedienza, alla beffa, alla violenza» dice Valter Mazzetti, segretario generale dell'Fsp Polizia di Stato, e di episodio vergognoso parla Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia (Sap): «Dinanzi al crescendo di aggressioni c'è chi pensa di voler cancellare il Decreto Sicurezza Bis...». Borrelli non ha dubbi: «Servono punizioni severe nei confronti dei protagonisti del video della vergogna; occorre verificare se per alcuni di quei ragazzini non sia opportuno che vengano allontanati dalle famiglie nell'interesse della loro crescita, lontani dalla cultura camorrista e violenta». 
 


«Siamo rimasti male per il video - dicono alcuni commercianti del Borgo - il nostro mercato non è solo questo. È un video che ci ha fatto tanto male. Non credevamo ai nostri occhi. Siamo contenti di partecipare alla manifestazione ma non vogliamo essere lasciati soli, come spesso accade. Vogliamo vedere in quanti sono disposti a metterci la faccia. Questo è un quartiere difficile che ha bisogno di risposte che puntualmente non arrivano da parte delle istituzioni, vogliamo i fatti».

Il questore Alessandro Giuliano, dopo la diffusione del video, aveva affermato: «Un fatto inaccettabile, su cui sono state da subito avviate le indagini e che la dice lunga su quanto lavoro ci sia da fare. Non posso che congratularmi con i miei collaboratori per l'equilibrio ed il sangue freddo con cui hanno fronteggiato una difficile situazione».

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Una situazione di tensione e di aperta sfida allo Stato ripetuta sui social («Molti dei giovanissimi protagonisti degli atti di violenza e teppismo in occasione dei fuocarazzi si celebrano sui social mostrando foto e video delle loro gesta», dice Borrelli) e anche in altre zone della città.

Dal Comando della polizia municipale fanno sapere che sono state impegnate la sera di venerdì scorso 80 unità contro l'emergenza fuochi.
I vigili urbani sono stati attivati nei pattugliamenti alla Sanità, a Secondigliano, nel Quartieri Spagnoli, nel Cavone, nel Borgo Sant'Antonio Abate. Oltre 25 le segnalazioni; a Pianura anche una contrapposizione con bande di ragazzi che hanno tentato di non far prelevare la legna da parte degli agenti, tentativo respinto dalla Polizia locale.

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