La Prefettura di Napoli convocherà inoltre un tavolo con tutti i dirigenti scolastici dell'area metropolitana subito dopo la scadenza elettorale. «La scuola - ha detto il Prefetto, Carmela Pagano - nella prevenzione del fenomeno svolge un ruolo cruciale. Attraverso la costituzione del tavolo con i dirigenti scolastici vogliamo sancire un'alleanza per prevenire al meglio determinati fenomeni violenti che coinvolgono i giovani». Tra gli obiettivi che avrà il tavolo spicca la creazione «di meccanismi uguali» per tutte le scuole affinché ci sia «uniformità nelle segnalazioni per evitare che del fenomeno della violenza giovanile si abbia una visione parziale».
Durante la riunione, a cui hanno partecipato le istituzioni locali, i vertici delle forze dell'ordine e della magistratura minorile e rappresentanti dell'Ufficio scolastico regionale, sono stati individuati tre temi fondamentali su cui intervenire: la necessità di migliorare la rete istituzionale nello scambio delle informazioni; affinare una 'mappa del rischiò dei luoghi in cui è più facilmente prevedibile che possano accadere episodi violenti ma anche di luoghi in cui vivono maggiormente giovani con problematicità che si possono esprimere «anche con atti violenti»; completare la stesura di un protocollo, già in fase avanzata, da parte della magistratura minorile, da condividere con i ministeri di Giustizia e dell'Interno, sulle misure a tutela dei minori da assumere nei confronti delle genitorialità carenti. «Siamo tutti d'accordo - ha aggiunto il Prefetto - che un valore aggiunto è rappresentato dalla coesione istituzionale che deve essere trasformata anche in coesione sociale». In Prefettura sarà inoltre istituito un Osservatorio che avrà il compito di effettuare una ricognizione degli elementi strutturali necessari a definire il fenomeno della violenza giovanile e le risorse che il territorio già offre come ad esempio le comunità. «È necessario - ha concluso Pagano - capire meglio la violenza giovanile che si manifesta apparentemente in modo immotivato e senza moventi specifici e per farlo chiediamo la collaborazione delle Università e degli Istituti di ricerca sociale».