Bagnoli, governo diviso:
è frenata sul commissario

Bagnoli, governo diviso: è frenata sul commissario
di Luigi Roano
Martedì 4 Settembre 2018, 10:18 - Ultimo agg. 5 Settembre, 11:36
4 Minuti di Lettura
Rinviata la nomina di Francesco Floro Flores a commissario per Bagnoli. Doveva venire fuori alla prima riunione del Consiglio dei ministri che è stata anticipata a ieri, ma la fumata è stata nera. L’imprenditore napoletano espressione del M5S è ancora in pista. Però le eccezioni sollevate dal «territorio» su un probabile conflitto di interessi che coinvolgerebbe l’imprenditore che gestisce lo zoo e l’Arena Flegrea da un lato, e la spaccatura politica nel M5S dall’altro, stanno frenando la formalizzazione della nomina. Anzi, da più parti trapela che il Governo starebbe sondando altre figure. La partita non è chiusa, la proposta Floro Flores, che è stata fatta dalla pattuglia molto nutrita di parlamentari vicina al presidente della Camera Roberto Fico, regge anche se qualche ripensamento è in atto. 

IL PATTO
La Lega non è assente dalla vicenda Bagnoli, anzi il sottosegretario per il Sud Pina Castiello è di diretta nomina di Matteo Salvini e i leghisti non hanno fatto salti di gioia sul nome dell’imprenditore Floro Flores. Tuttavia, il vero nodo è interno ai pentastellati.  Il ragionamento va inquadrato tenendo presente che sono direttamente coinvolti i massimi vertici del M5S, vale a dire Fico e il vicepremier Luigi Di Maio, anche lui napoletano di Pomigliano D’Arco, oggi atteso in città. Il via libera al fichiano Floro Flores è frutto di un patto tra il vicepremier e la terza carica dello Stato e non è una cosa che si fa dalla notte al giorno, ma è il risultato di ragionamenti politici interni seri e che vengono da lontano, è una questione di equilibri. Cosa teme chi si oppone alla nomina di Floro Flores? Il timore degli oppositori è la saldatura di un asse tra il sindaco de Magistris, Fico e pezzi di Pd e di sinistra in cerca di una nuova vita. Quello che invece è chiaro a tutti i grillini è che su Bagnoli si giocano molto della loro credibilità nella terra dove hanno superato il 50% dei consensi e dove il centrosinistra ha conosciuto il suo più clamoroso fallimento. Nella sostanza i tanti malpancisti pentastellati rispetto alla nomina di Floro Flores non possono gridare alla vittoria per lo stop della nomina.  Inoltre, è da chiarire - anche se sembra scontato - se la seconda poltrona, quella di presidente della cabina di regia, sarà occupata dal ministro per il Sud Barbara Lezzi. La quale ha dichiarato che vuole seguire da vicino le vicende dell’area ex Italsider ma non ha ancora detto se sarà lei il presidente della cabina di regia. In caso contrario la partita delle nomine sarebbe ben più larga. 

I TEMPI 
L’impasse è il fantasma che sta togliendo il sonno ai grillini, proprio loro, che hanno incalzato e criticato ferocemente tutte le amministrazioni fino a quella in carica per il flop su Bagnoli, non possono permettersi di cincischiare per questioni di poltrone sul futuro dell’area ex Italsider. La senatrice del M5S Paola Nugnes - bagnolese - non ne fa mistero. «Credo che il rinvio della nomina di Francesco Floro Flores - racconta da Barcellona, dove sta seguendo un seminario proprio sulla rigenerazione urbana - sia frutto di nuove riflessioni che attengono al conflitto di interessi. Che non significa automaticamente abusare di questa posizione. Bene che sia venuta fuori così la si affronta. Detto ciò dobbiamo fare presto, bisogna prendere una decisione in fretta perché ci sono tante cose da fare e io resto convinta che Flores sia la persona giusta». La senatrice sulle spaccature interne spiega: «Bisogna ascoltare le sollecitazioni che arrivano dall’interno ma, ripeto, è fondamentale decidere presto perché c’è molto da fare. La priorità è la bonifica e quella a mare, per esempio, non si può fare se la Regione non fa i collettori, è materia del presidente De Luca. Per la rigenerazione urbana poi si vede a bonifica avviata o ultimata. Giusto ascoltare le perplessità ma mi auguro che la nomina arrivi a strettissimo giro». 

LE ALTERNATIVE
La sensazione che qualche contatto con altre figure per scegliere il nome del commissario sia in corso è chiara. C’è da capire se questi abboccamenti siano solo un modo per riempire questa pausa di riflessione per dare il segnale ai «territori» che comunque le loro istanze sono valutate. Oppure se esiste la reale volontà di cambiare nome. Di solito in questi casi la verità sta nel mezzo, senza trascurare che sullo sfondo resta la pressione che può arrivare su di un nome fatto dal presidente della Camera che a Bagnoli - insieme alla Nugnes e allo stesso Floro Flores - ha fatto battaglie in prima persona. 

I SINDACATI
Il temporeggiare su Bagnoli mette in ansia i sindacati, in particolare la Cgil che, con il segretario Walter Schiavella, ammonisce: «La discussione di questi giorni sull’ipotesi di nomina del nuovo commissario di Bagnoli, al di là delle diverse opinioni, non coglie gli elementi centrali del problema, che restano drammaticamente gli stessi di sempre. Il tema è certamente quello delle competenze, del rigoroso rispetto del perimetro pubblicistico dell’intervento, dell’esclusione di qualsiasi conflitto di interessi, ma ancor più quello del ruolo, delle funzioni, degli strumenti della struttura commissariale e degli obiettivi di un progetto la cui realizzazione non può più attendere». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA