Bagnoli, le analisi confermano: terreni inquinati, bonifica da rifare

Bagnoli, le analisi confermano: terreni inquinati, bonifica da rifare
di Luigi Roano
Mercoledì 13 Dicembre 2017, 09:58 - Ultimo agg. 10:24
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«Le operazioni di bonifica del sito di Bagnoli-Coroglio dovranno effettuarsi su tutta l'area e, quindi, anche sulla parte che è stata già oggetto dei precedenti interventi». Invitalia, il soggetto attuatore per la rigenerazione di Bagnoli, sdogana i dati sull'inquinamento dei suoli dell'area ex Italsider. Ovvero le cosiddette «analisi di rischio» che si fanno quando in un sito bisogna installarci nuova vita sotto tutti i punti di vista. Nella sostanza, la bonifica da quelle parti non è stata mai effettuata o chi l'ha fatta ha sbagliato tutto. Risultato: si sarebbero sprecati 180 milioni. Ma questo lo stabilirà il Tribunale dove è in corso un lungo processo e la sentenza è attesa entro la fine dell'anno con richieste molto pesanti da parte della pubblica accusa. L'incompiuta Bagnoli tiene banco da 25 anni, un quarto di secolo, e segna l'inizio della fine della sinistra napoletana che governa ininterrottamente dal 1992, incluso il decantato «rinascimento napoletano». I dati delle analisi - che sono identici a quelli del perito del Tribunale - tolgono molta polvere di stelle da quel periodo e lo restituiscono al presente per quello che è stato realmente: anni di speranza e di parole o poco meno come dimostra quel monumento all'immobilismo che è Bagnoli.

Torniamo ai risultati chiesti da Invitalia e effettuati dall'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che se da un lato raccontano di un passato tutto da chiarire e non esattamente cristallino, dall'altro portano in dote 270 milioni, quelli stanziati dal governo per rifare la bonifica. E bisogna dare atto in particolare all'esecutivo di Matteo Renzi - che ha voluto fortemente la rinascita di Bagnoli e ci ha messo i soldi - se per la prima volta in un quarto di secolo si intravede un finale lieto, con un risanamento già finanziato e un progetto da un miliardo per la rigenerazione urbana alla quale stanno lavorando rispettivamente il commissario Salvo Nastasi e l'amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri finalmente con la partecipazione alla pari del Comune e della Regione.

 

I risultati saranno presentati nella cabina di regia (convocata per il 21 dicembre), presieduta dal ministro Claudio De Vincenti, e ci sarà il via libera definitivo a tutte le gare per la bonifica già espletate. Se non ci saranno intoppi burocratici in primavera apriranno anche i cantieri. «Sono state avviate le attività di analisi di rischio specifiche del sito che, in considerazione del livello attuale delle sostanze inquinanti presenti e del futuro utilizzo dei suoli, consentiranno di definire le più idonee modalità per effettuare le previste bonifiche, nonché per aggiornare le stime del loro costo. Proseguono inoltre i test sperimentali in campo di biofitoremediation, con utilizzo di piante, funghi e batteri idonei a degradare la contaminazione rilevata», fa sapere Invitalia. «Si sono completati, nei giorni scorsi, anche i prelievi per la caratterizzazione dei sedimenti marini della baia, sui quali verranno effettuate le analisi di caratterizzazione chimico-fisiche ed ecotossicologiche e definite le volumetrie dei sedimenti da dragare. Di conseguenza è definitivamente confermata la pubblicazione, da parte di Invitalia, della gara per l'affidamento del progetto di bonifica delle aree a terra, comprensivo dell'area di colmata e degli arenili entro il prossimo 22 dicembre. Nella imminente conferenza di servizi, convocata dal commissario di Governo per il 18 dicembre, Invitalia presenterà, infine, lo studio di fattibilità degli interventi di completamento di bonifica nell'area ex Eternit». Ma cosa hanno trovato quelli dell'Ispra nei suoli? Cadmio, piombo, idrocarburi, arsenico e tanto altro ben oltre le soglie di tollerabilità stabilite da leggi molto rigide. Gli acronimi di questi veleni più noti sono Ipa e Pcb, il primo sta per «idrocarburi policiclici aromatici» e il secondo per «policlorobifenili», parente stretto delle diossine, bandito già nel 1985. Nel 2013 l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha stabilito definitivamente la correlazione certa tra esposizione ai Pcb e cancro. Lunedì, dunque, la conferenza dei servizi e poi la cabina di regia per far decollare il progetto della nuova Bagnoli. La precondizione della rigenerazione urbana è la bonifica, per questo il cuore rivoluzionario del piano è la rimozione della colmata a mare restituendo a quel territorio l'intera linea di costa. Piano ambizioso che punta sul recupero del mare e su una economia del tempo libero, o dell'alta tecnologia. I 70mila metri quadrati dell'ex acciaieria saranno impegnati per iniziative culturali e attività commerciali, 7 chilometri di pista ciclabile, binari dei treni interrati, con l'ipotesi di una stazione lato mare.
Ci vorranno sette anni per completare il programma di risanamento ambientale e rigenerazione urbana. Che - tra le altre cose - prevede la costruzione di un albergo fronte spiaggia a Nisida, il trasferimento di Città della Scienza in uno dei manufatti di archeologia industriale, un porto con 700 posti barca nello specchio acqueo di Nisida, la passeggiata a mare che si allunga fino alla Porta del parco. Del borgo di Coroglio saranno riqualificate solo le strutture non abusive, le altre andranno abbattute. Poi il recupero delle tre opere finite dalla Bagnolifutura: non si esclude una modifica dei campi di gioco del Parco dello sport, una riorganizzazione degli spazi interni alla Porta del parco e la nascita del Centro ricerche e infrastrutture marine avanzate nel Turtle Point.
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