«Mi hanno fatto fare un gioco». Un racconto dell’orrore che una bimba di soli quattro anni ha prima fatto alla mamma, poi agli inquirenti con il tramite di una psicoterapeuta. Quel «gioco» mimato dalla piccola non era altro che una violenza sessuale ai suoi danni che – è emerso dalle indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata e condotte dai carabinieri della stazione di Boscoreale – sarebbe stata commessa dal fratellastro e dalla sua fidanzata. Un orrore tra le mura domestiche di un’abitazione del centro di Boscoreale, una delle tante dimore di famiglie benestanti, imprenditori e professionisti, tutti incensurati e non legati ad ambienti di camorra. Ieri mattina i carabinieri della stazione di Boscoreale, guidati dal comandante Massimo Serra, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa su richiesta della Procura di Torre Annunziata (procuratore Nunzio Fragliasso, sostituto Marianna Ricci) e firmata dal gip del Tribunale oplontino. Agli arresti a casa sono finiti i due presunti pedofili, un 27enne di Boscoreale (fratellastro della bimba) e la sua fidanzata 21enne (originaria del Casertano), conviventi, accusati di atti sessuali con la piccola.
Una vicenda inquietante, venuta a galla quasi per caso, nell’ambito di un’indagine condotta da altri uffici inquirenti. Una notizia di reato immediatamente trasmessa alla Procura di Torre Annunziata che ha delegato le indagini ai carabinieri boschesi, i quali hanno avviato anche le intercettazioni. È stata così ricostruita l’intera vicenda, anche attraverso il racconto, del tutto genuino, fornito dalla bambina su un «gioco» che si era rivelato «in realtà a forte connotazione sessuale, condotto di due indagati all’interno delle mura domestiche» come scrive in una nota il procuratore Fragliasso. In pratica, la bambina aveva confidato alla madre le strane attenzioni da parte del fratellastro e della giovane compagna. La stessa mamma aveva notato comportamenti del tutto inusuali da parte della piccola, la quale aveva in più circostanze mimato gli atti sessuali che era stata costretta a subire ad opera dei due indagati, addirittura quando aveva appena tre anni e otto mesi, come ricostruito dagli inquirenti. Atti sessuali subiti da una bambina innocente, che aveva come unica colpa quella di essere stata affidata qualche volta alla giovane coppia. Sì, perché le indagini hanno permesso di ricostruire come la piccola sia stata vittima di atti sessuali in diverse occasioni, a partire da inizio anno. Nel corso dei mesi, la mamma si è accorta di alcuni strani comportamenti. Dal racconto dettagliato, dai gesti esplicitamente sessuali mimati dalla piccola, tutto è diventato fin troppo evidente. Le indagini dei carabinieri sono scattate lo scorso giugno e in pochi mesi, con le varie perizie ordinate dalla Procura, la vicenda è stata ricostruita in tutti i suoi dettagli più agghiaccianti.
La bambina è stata sottoposta a più sedute con una psicoterapeuta. In diverse occasioni, anche in assenza dei genitori, ha riproposto quel racconto dell’orrore, che alla piccola era stato presentato come un «gioco» del quale non doveva far parola con nessuno. I riscontri prettamente di natura medica e psicologica – accanto alle indagini classiche fatte con intercettazioni telefoniche e ambientali – hanno evidenziato come la piccola fosse stata vittima di violenze sessuali in diverse occasioni lo scorso inverno e probabilmente fino a primavera inoltrata, sempre quando era in presenza del fratellastro e della compagna. In pochi mesi, gli inquirenti sono riusciti a chiudere il cerchio e ad ottenere l’arresto dei due presunti pedofili, che da ieri mattina sono relegati agli arresti domiciliari nelle loro abitazioni, lontani dalla piccola vittima.
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