Banchi monoposto, la beffa di Napoli: «Entro questo mese la consegna alle scuole»

Banchi monoposto, la beffa di Napoli: «Entro questo mese la consegna alle scuole»
di Elena Romanazzi
Giovedì 8 Ottobre 2020, 08:00 - Ultimo agg. 08:05
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Per avere tutti i banchi richiesti dalla sola provincia di Napoli - ovvero 250mila - occorre aspettare la fine del mese. Quindi le scuole dovranno arrangiarsi. «Allo stato attuale - fa sapere l'ufficio stampa del Commissario straordinario all'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri - entro la settimana il numero di banchi consegnati sarà di circa 65 mila unità. Nettamente superiori rispetto al dato del quindici settembre quando la scuola non era iniziata». Una consegna che ovviamente non sarà l'ultima: i presidi dovranno aspettare ancora 22 giorni per veder soddisfatti i loro fabbisogni che rappresentano circa il 10% delle richieste di tutte le regioni.

 

Nunzia Campolattano guida il Nitti in viale Kennedy.

Oltre 800 alunni in spazi angusti. Per fare una proporzione il Righi può contare su 36mila metri quadri il Nitti solo su 3mila metri quadri. Una bella differenza. Nessuna invidia ovviamente da parte della dirigente scolastica ma l'amarezza di dover costringere i ragazzi non solo alla didattica a distanza ma a turni che quando sono di pomeriggio finiscono intorno alle 18 e non è certo piacevole. «Ho scritto - spiega - a tutte le istituzioni possibili, alla ricerca di spazi per poter evitare non solo ai ragazzi ma anche al corpo docente fantastico questo tipo di organizzazione, ma non ho ricevuto risposta da nessuno. Per la verità i banchi a me non interessano, nelle mie classi di massimo 11 persone ci sono due file una destra ed una a sinistra e finisce là, a turni c'è chi sta a casa e chi in classe e avanti così, quando in realtà si potevano trovare altre soluzioni, non prese in considerazione».

Diversi dirigenti scolastici, anche la Campolattano, hanno evidenziato una discrepanza tra i dati in chiaro sul sito della presidenza del consiglio relativi alla consegna di mascherine e quelle effettivamente ricevute. Rettifiche ne sono partite diverse. Al Nitti, ad esempio, rispetto alle 21.500 indicate ne mancano all'appello ben 4mila. Ed è partita la segnalazione - aggiunge Campolattano - all'ufficio del Commissario. «Noi dirigenti - spiega - dobbiamo dare conto anche ai genitori se i dati non coincidono siamo noi che ci mettiamo la faccia». Stesso discorso per il Righi. Da un giorno all'altro sono cambiati i numeri, il 6 ottobre erano evidenziate 69.500 mascherine consegnate, ieri sono scese a 48.500 probabilmente per effetto della richiesta di rettifica. Dall'ufficio del Commissario fanno sapere che «i dati sul sito sono avvalorati dalle bolle di consegna firmate dai dirigenti scolastici. E che la situazione viene monitorata nella massima trasparenza e che i dati vengono aggiornati ogni 24 ore».

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Niente scuola ieri per gli studenti dell'Istituto Artemisia Gentileschi. A bloccare le lezioni è stata la positività di una studentessa. La scuola è stata sanificata e le lezioni riprenderanno oggi, ad eccezione della classe interessata che dovrà rimanere in quarantena fiduciaria, seguendo comunque le lezioni a distanza. Altri due casi all'istituto comprensivo Nevio, dove però non si è provveduto ad effettuare la sanificazione e dove la dirigente scolastica ha scelto di non chiudere l'istituto. Racconta una mamma: «Abbiamo appreso della positività di due alunni delle prime medie attraverso la chat dei rappresentanti d'istituto, senza altre comunicazioni ufficiale, riteniamo che non sia normale questo atteggiamento». Molte - aggiunge - per protesta ieri non hanno mandato i figli a scuola e lo faranno anche oggi, sono assenze ingiustificate che in realtà avrebbero dovuto essere lecite per la pulizia, come prevede il protocollo degli ambienti. «Le due classi - conclude la mamma - sono in quarantena a casa, anche un piccolo delle elementari è risultato positivo ed anche nel plesso di via Caravaggio non è stata fatta la sanificazione, speriamo che si muova l'Asl di competenza che è la 25 di Fuorigrotta». I casi di positività tra gli alunni, come era prevedibile, si moltiplicano. Già diversi gli istituti che chiuso almeno per un giorno, dalla Poerio all'Umberto, da Vittorio Emanuele al Righi.

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