Barra, fingono un malore per ottenere
un tampone a domicilio per tutta la famiglia

Barra, fingono un malore per ottenere un tampone a domicilio per tutta la famiglia
di luigi sabino
Giovedì 16 Dicembre 2021, 18:57
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Fingere un malore per ottenere un prelievo di tamponi ‘a domicilio’. Protagonisti di questa assurda vicenda sono i membri di un nucleo familiare di via Vicinale Porchiano, a Barra, quartiere della periferia orientale di Napoli. A raccontare l’episodio, attraverso la sua pagina social, è stata l’associazione ‘Nessuno Tocchi Ippocrate’ che in un lungo post ha ricostruito l’intera vicenda.

Una storia che inizia poco dopo le 14 di oggi quando alla centrale operativa del ‘118’ arriva una richiesta di aiuto.

All’altro capo del telefono, una donna, in tono allarmato, riferisce, infatti, che il marito, malato di diabete, ha improvvisamente perso conoscenza.

Immediatamente l’allarme viene smistato all’ambulanza dell’Annunziata, quella più vicina all’indirizzo del ‘codice rosso’. In pochi minuti il personale medico arriva sul posto ma quando fa il suo ingresso nell’abitazione trova la prima sorpresa. Ad attenderli, infatti, c’è l’intero nucleo familiare, diabetico compreso, con indosso una doppia mascherina. Ed è proprio la duplice protezione che insospettisce l’equipaggio dell’ambulanza che, raramente, nel corso degli ultimi mesi, si è trovato dinanzi a un tale livello di precauzione.

Un ‘mistero’ che si infittisce quando la padrona di casa, verosimilmente la stessa persona che ha allertato la centrale operativa per il presunto malore, domanda se la squadra medica è in grado di ‘fare i tamponi’. Una domanda che mette subito in allarme il medico dell’equipaggio che, quasi d’istinto, domanda, a sua volta, se il ‘paziente’ è vaccinato. E’ a questo punto che si svela l’arcano. La donna, senza scomporsi, risponde che ‘no, non è vaccinato’ e aggiunge anche che lei è affetta da Covid e voleva sapere se avesse infettato anche gli altri componenti della famiglia. Una risposta raggelante per il personale medico che tenta di spiegare la necessità di allertare un’unità specializzata in questo tipo di interventi i cui membri sono dotati di apposite tute anti contagio. Una spiegazione che, però, non piace alla donna e ai suoi parenti che, anzi, tentano di trattenere nell’abitazione il medico e il resto dell’equipaggio dell’ambulanza fino a quando non avranno prelevato i tamponi. Alla fine, il personale sanitario ha riacquistato la sua ‘libertà’ ma il prezzo di quella che si può definire una vera e propria aggressione è stato altissimo. Sebbene non ci siano stati contusi o feriti, infatti, l’intero equipaggio dell’Annunziata è stato costretto a sottoporsi alle procedure di sanificazione per scongiurare un eventuale contagio. Questo ha comportato che un’intera squadra sanitaria, ambulanza compresa, sia stata costretta ad abbandonare il servizio con conseguenti e inevitabili disagi. Durissime le parole utilizzate dal presidente dell’associazione ‘Nessuno Tocchi Ippocrate’ per condannare l’accaduto. «Un bluff che costerà caro all’equipaggio 118 - ha scritto a conclusione del post - la signora ,con questo escamotage, voleva velocizzare i tempi di un tampone a domicilio, credo che questa cosa la pagherà cara e amara, tra i tanti capi d’accusa  ci sarebbe il procurato allarme e l’interruzione di pubblico servizio!».

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