Barra, tutto fermo per l'ex Maestoso:
da cine-teatro a scheletro abbandonato

Barra, tutto fermo per l'ex Maestoso: da cine-teatro a scheletro abbandonato
di Alessandro Bottone
Mercoledì 26 Febbraio 2020, 19:28
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Non c'è pace per il Maestoso di Barra, la struttura comunale chiusa e abbandonata da anni nella periferia orientale di Napoli. Quello che dovrebbe essere un cine-teatro si presenta come un cantiere all'aria aperta. Da giorni è accessibile a chiunque visto che il cancello è in parte danneggiato.

Da anni si attende la ristrutturazione del bene di proprietà del Comune di Napoli. Il quartiere di Napoli Est non ha, al momento, luoghi pubblici destinati ad accogliere spettacoli o adibiti a cinema. Una mancanza più volte sottolineata dai residenti e dalle associazioni della zona. Le loro richieste sono cadute nel vuoto perché finora non si è visto nemmeno un operaio all'interno del cantiere. L'edificio in via Domenico Minichino si presenta come uno scheletro di travi e pilastri “incastrato” nel degrado più totale. A partire dal marciapiede sul quale si crea ogni giorno una discarica di “monnezza” a cielo aperto, il luogo ideale per topi alla ricerca di cibo. Della struttura originaria restano solo alcuni tratti della muratura portante.

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Il Comune, attraverso gli interventi previsti, vorrebbe creare una «struttura polifunzionale» con un investimento di un milione di euro per opere murarie, impermeabilizzazioni e impianti. Poi occorrerebbero altre risorse necessarie alla piena fruizione del complesso. In una determina recente del servizio comunale “Valorizzazione della città storica” si specifica che «sono attualmente in corso le attività di verifica delle strutture eseguite» in precedenza. Nello stesso atto è specificato che la spesa complessiva è di 896mila euro, di cui 747mila per lavori, 48mila per la progettazione di opere strutturali e il restante per altre spese: pratiche genio civile, smaltimenti rifiuti, imprevisti, assicurazione, eccetera.

Uno spazio negato ai cittadini del popoloso quartiere di Napoli Est e soprattutto ai più giovani. Un luogo della cultura di cui in tanti sentono la necessità per rispondere concretamente alla carenza di spazi di intrattenimento, svago ma anche per attività formative ed educative. Una speranza che in tanti si è già trasformata in rassegnazione.

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