Bimba uccisa dal papà nel Napoletano, il giallo dell'ultima lite nella casa al mare

Bimba uccisa dal papà nel Napoletano, il giallo dell'ultima lite nella casa al mare
di Gigi Di Fiore
Mercoledì 17 Luglio 2019, 12:00 - Ultimo agg. 19:53
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Il pm Gianluigi Apicella della Procura di Nola sperava di chiudere il cerchio. Di raccogliere le dichiarazioni di Salvatore Narciso, capire perché e in che modo l'uomo ha deciso di uccidere la figlia Ginevra. Ma all'ospedale Cardarelli, dove Narciso è stato operato alla colonna vertebrale, l'interrogatorio si è interrotto dopo poche battute. Narciso balbetta, non riesce a rispondere, non ha la forza di chiarire, di specificare. E il magistrato ne deve prendere atto.
 
L'interrogatorio viene rinviato a quando Narciso potrà rispondere e fornire la sua versione, decisiva e fondamentale, su come ha lanciato il corpo della piccola Ginevra, sedici mesi appena, dal secondo piano della palazzina di via Cozzolino a San Gennaro Vesuviano.

Niente interrogatorio, per ora, ma Narciso è iscritto nel registro degli indagati della Procura di Nola per il reato di omicidio volontario aggravato. La Procura, guidata da Anna Maria Lucchetta, non ha finora firmato alcun provvedimento. Ricoverato e piantonato in ospedale, Narciso non può fuggire né inquinare prove. E gli inquirenti, prima di notificargli qualsiasi atto, attendono di raccogliere l'interrogatorio del padre della piccola Ginevra sentendo altri testimoni.

Molto si sperava nelle immagini di telecamere di sorveglianza, ma nulla c'è di utile a ricostruire la dinamica del tremendo gesto. E dice il procuratore capo Anna Maria Lucchetta: «Ripeto spesso che gli impianti video sono fondamentali per le indagini, a volte più delle testimonianze. Purtroppo, non sempre è possibile utilizzarle o perché non ci sono, o perché le immagini non sono di buona qualità». I carabinieri della Compagnia di Nola continuano comunque a raccogliere testimonianze. Fondamentale è ricostruire i rapporti tra Narciso e la moglie Agnese D'Avino, che potrebbero spiegare la decisione dell'uomo.

Per ora solo sussurri, ma sembra che nei verbali raccolti dai carabinieri e dal pm Apicella ci siano accenni a litigi e disaccordi nella coppia iniziati da qualche mese. Sposati nel dicembre del 2016, Agnese e Salvatore sembra vivano difficoltà nella loro vita di coppia. Lui al lavoro nello studio legale del fratello avvocato Biagio, lei medico, vivono a Caserta, città d'origine di Salvatore. Ma, soprattutto negli ultimi tempi, erano spesso a San Gennaro Vesuviano, nella casa materna di Agnese. La madre, Lisa Bifulco, qualche anno fa assessore comunale alle Politiche sociali, è di una famiglia di imprenditori con cinque punti vendita in provincia di Napoli e uno in provincia di Salerno per la vendita di prodotti di arredo da bagno in ceramica. Nella giornata di domenica, Agnese e Salvatore, ancora in vacanza in Cilento, avrebbero litigato in maniera dura. La sera, i contrasti si sarebbero ripetuti a San Gennaro Vesuviano. Secondo alcuni testimoni, lei avrebbe detto: «Avrei dovuto lasciarlo già tempo fa». Di certo, ci sono le parole urlate nel pomeriggio del delitto, quando Agnese sul marito ha ripetuto: «Un animale, un diavolo, ho sposato un diavolo».

A fare le spese delle difficoltà della coppia è stata la piccola Ginevra. Sedici mesi, la bambina viene descritta dagli amici della coppia come «un angioletto». Due mattine fa, quando Salvatore ha preso la figlia per salire le scale fino al secondo piano della palazzina e lanciarla giù, in casa c'era il cognato, ma anche la sorella di Agnese, Lucia, che è incinta. La coppia avrebbe visto il cognato uscire e salire le scale.

La palazzina di due piani è tutta di proprietà della famiglia Bifulco-D'Avino. A piano terra, abita Lisa Bifulco, che è separata dal marito Michele. Al primo e secondo piano, ci sono le case delle due figlie. Quando hanno visto il cognato salire, Lucia e il marito non hanno avuto alcun sospetto, pensando che portasse la figlia a casa. Poi il tonfo e le urla. In quel momento, Agnese e la madre erano altrove. Sono accorse subito, come è corso anche il nonno Michele. Per il momento, la Procura raccoglie i verbali delle testimonianze, aspetta i rilievi tecnici sulle posizioni dei corpi e valuta se e quando disporre l'autopsia della piccola Ginevra. Tutto, naturalmente, in attesa dell'importante interrogatorio a Narciso.
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