Bimbi pusher nel Napoletano, due 17enni fornivano le dosi di coca

Bimbi pusher nel Napoletano, due 17enni fornivano le dosi di coca
di Dario Sautto
Martedì 9 Agosto 2022, 10:45
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Due bambini e tre adolescenti. Sono cinque i minorenni coinvolti nello spaccio di droga nel rione Poverelli di Torre Annunziata, tutti con funzioni differenti, alcuni con ruoli già importanti, quasi decisivi. Due 17enni sono tra i fornitori di cocaina per i pusher e appartengono a famiglie legate ai Gallo-Cavalieri. Preparano le confezioni di droga hanno ricostruito i carabinieri della sezione operativa della compagnia di Torre Annunziata nel corso delle indagini coordinate dalla Procura oplontina e decidono anche il prezzo da applicare per le forniture da 50-100 grammi da consegnare ai pusher. Altri due di 8 e 11 anni invece subentrano nella seconda fase: sono figli di spacciatori e partecipano alle consegne e allo spaccio. Un quinto minorenne, 16enne, è stato fermato dai carabinieri in possesso di droga: già tossicodipendente, acquista dagli stessi baby-pusher.

Infanzia violata, che è rappresentata in particolare da Giovanni (nome di fantasia) che ad appena 11 anni viene invogliato, spronato, costretto e convinto con il denaro a partecipare a quell'attività. Lui che dovrebbe solo giocare e studiare, invece si trova il 26 dicembre e poi il giorno di Capodanno a dover consegnare dosi di cocaina ai tossicodipendenti, clienti di mamma e papà. Insultato dai genitori che lo chiamano «bastardo» e «infame» solo perché quella sera non aveva voglia di fare il fattorino della cocaina.

Ieri, dinanzi al gip del tribunale di Torre Annunziata sono iniziati gli interrogatori di garanzia, nel corso dei quali i 18 indagati finiti in manette 16 in carcere, due neo mamme fuori dalla Campania possono cominciare a difendersi dalle pesanti accuse. Proprio ieri è toccato alle sette mamme arrestate nell'ambito del maxi blitz di venerdì. Si tratta di Lucia Gallo (moglie del ras Giovanni Colonia), Maddalena Gemignani (appartiene a una famiglia di trafficanti), Rita Ferraiuolo, Anna e Ilaria Evacuo, Maria Perotti e Giovanna D'Acunzo. Al momento si sono tutte avvalse della facoltà di non rispondere. Due sono accusate di aver fatto spacciare ai bambini, un'altra di aver incaricato la figlia minorenne di confezionare le dosi. Un'altra ha addirittura pubblicato sui social la foto del figlio di 6 anni con una pistola in mano scrivendo «sei uguale a papà», che nel frattempo è in carcere per camorra.

Giovanni viene intercettato più volte mentre prende ordinativi: «Mamma, ha detto zia le vuoi mandare 5 grammi?». Lo stesso bambino, va a portare le «imbasciate» ai debitori su indicazione della madre: «Mi raccomando, a mamma, non fare lo scostumato. Digli solo che papà aspetta e vuole sapere quando glieli porta quei soldi». Ma non solo. Partecipa ai calcoli dei costi «mamma, ti serve la calcolatrice?» e si informa per capire quanto costa: «Questi sono 100 grammi? Chi te li ha portati?». «Sotto le direttive della madre», come scrive il giudice nelle pagine dell'ordinanza, una 17enne concorda il prezzo e fornisce 100 grammi di cocaina ai pusher. Tra debiti e crediti poi, c'è la paura di essere ammazzati, anche da parte dei minorenni. E arriva il monito di un intermediario tra fornitori e pusher debitori: «Fai andare via i bambini da sopra, ha detto che ti butta le bombe».
 

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