Tre ore di blackout all'Ospedale Cotugno di Napoli: due pazienti trasferiti in altri ospedali

Tre ore di blackout all'Ospedale Cotugno di Napoli: due pazienti trasferiti in altri ospedali
di Ettore Mautone
Venerdì 17 Novembre 2017, 11:01 - Ultimo agg. 16:29
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Blackout all'Ospedale Cotugno di Napoli: al polo monospecialistico per le malattie infettive, presidio dell’azienda dei Colli (di cui fanno parte anche Monaldi e Cto) alle ore 9 di stamani è mancata l’energia elettrica. Due pazienti sui 4 ricoverati nell’unità di terapia intensiva del Polo infettivo logico, sono stati trasferiti. Si tratta della donna di 31 anni di Caserta affetta da Botulismo (non infettiva) che ora è al Monaldi e del bambino Rom con Tubercolosi polmonare non più intubato e in cura farmacologico giunto alla infettivologia pediatrica dell’Università Federico II.

I generatori d'emergenza, secondo quanto comunica la direzione strategica, sono regolarmente andati in funzione ma vista la lunga durata del backout e nell’ipotesi di un esaurimento delle risreve, si è deciso di trasferire i pazienti in via precauzionle.

Alle 11,45 l’energia elettrica è stata ripristinata dai tecnici dell’azienda ospedaliera collinare. L’unica unità del Cotugno andata in difficoltà è stata la rianimazione.  Al Cotugno esiste infatti un’unità di Chirurgia che tuttavia funziona solo per interventi programmati. I servizi di supporto alle attività sanitarie, in particolare il laboratorio di analisi e la diagnostica per immagini, sono stati invece affiancati dalle unità operative del vicino Monaldi.

L’ospedale è tornato alla normalità e per ora i due pazienti trasferiti resteranno rispettivamente al Monaldi e alla infettivologia pediatrica del vicino Policlinico.

Dopo gli analoghi blackout che hanno colpito negli ultimi mesi prima il Cardarelli (senza conseguenze) e l’Ospedale del mare il 7 novembre scorso (in questo caso non funzionarono i gruppi di continuità) si ripropone, nella rete sanitaria pubblica, il nodo della manutenzione delle strutture tecniche e anche quello dei controlli dei gruppi elettrogeni nelle unità salvavita. Un nodo che rimanda alla grave carenza di personale nelle unità operative tecniche depauperate negli anni del commissariamento e del blocco del turn over. 
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