Bollette, le aziende dell'area industriale di Caivano sotto choc: rincari fino a un milione

Bollette, le aziende dell'area industriale di Caivano sotto choc: rincari fino a un milione
di Antonio Parrella
Lunedì 29 Agosto 2022, 08:00 - Ultimo agg. 27 Marzo, 03:46
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«Siamo tutti molto preoccupati per i vertiginosi aumenti legati al rincaro dei costi dell'energia. Negli ultimi giorni sono arrivate alle imprese max-bollette del gas e dell'energia elettrica. I costi sono insostenibili e mettono seriamente a rischio la produttività delle aziende e migliaia di posti di lavoro». A lanciare il grido d'allarme è l'imprenditore Nino Navas, vicepresidente del Consorzio Asi di Caivano, che raggruppa 115 imprese su 185 realtà produttive ubicate nella cittadella industriale di Pascarola.

Una vastissima area che si espande su un'area di 2 milioni e 250mila metri quadrati. «C'è un grande disagio - spiega Navas -.

Chiediamo un intervento ad hoc del governo con adeguati ristori, necessari per calmierare e mettere un freno ai salatissimi prezzi energetici. Tra qualche mese, purtroppo, le grosse, medie e piccole aziende del polo caivanese rischiano una vera e propria pandemia economica e la chiusura forzata con la perdita, verosimilmente, di tantissimi posti di lavoro». La zona Asi di Pascarola è una delle più grandi realtà produttive del Sud con un fatturato annuale che si attesta sui cinque miliardi di euro, mentre, compreso l'indotto, i posti di lavoro sfiorano quota seimila.

Per domani, intanto, è stata convocata una riunione del consiglio direttivo del Consorzio Asi, che sarà presieduta dal presidente Franco Rea. «Invieremo la nostra richiesta anche alle varie istituzioni locali e regionali - precisa Navas - per evidenziare il gravissimo momento di difficoltà del settore. Gli smisurati aumenti dei costi di produzione stanno mettendo letteralmente in ginocchio soprattutto le industrie che utilizzano un alto consumo energetico». Tra queste ci sono Unilever (multinazionale che produce gelati), Caffè Borbone, Fresystem (azienda specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti da forno surgelati), Wbo Italcables (l'impresa che produce fili, trecce e trefoli per cemento armato precompresso, salvata dagli stessi dipendenti che ora intravedono di nuovo il baratro). E ancora altri importanti brands, tra cui Ppg (settore chimico), Giaguaro (ex Cirio), Meccanica Partenopea, Di Gennaro (riciclo materiali quali plastica, vetro e legno), Acetificio De Nigris, Belli e Forti (produzione e lavorazione materie plastiche) e Proteg (lavorazione di semiconduttori per il settore dell'energia rinnovabile). «L'incidenza dei costi energetici sulla produzione è passata dal 10 al 70 per cento - commenta Navas - e per far fronte a questi paurosi aumenti le fabbriche di gelati hanno deciso addirittura di non produrre i ghiaccioli, vista l'elevata incidenza sul prezzo finale».

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Da annotare il caso della storica azienda Giaguaro, fondata nel 1978, che opera nel settore delle conserve alimentari anche con i marchi Vitale e Le Belle. Lo stabilimento si è trovato a fare i conti con un super aumento che sfiora l'800 per cento: da 180mila euro dello scorso anno (consumo 430mila metri cubi), si è vista recapitare una maxi-bolletta di gas che sfiora il milione di euro (consumo 471mila metri cubi), mentre per la corrente dovrà «sborsare» circa 240mila euro: l'anno precedente per lo stesso periodo il costo si era attestato a soli (si fa per dire!) 67mila euro. Inevitabile, dunque, il rialzo dei prezzi anche negli scaffali dei supermarket che colpiscono senza scampo i consumatori.

Per attirare gli investimenti degli imprenditori sul territorio di Caivano, l'Asi aveva approvato una delibera per facilitare l'ingresso di piccole imprese con insediamenti di 250metri quadrati di struttura. «Nonostante il periodo buio dovuto al Covid - conclude Navas - abbiamo registrato l'insediamento di circa 40 nuovi opifici, ma ora il futuro appare assai incerto e occorre intervenire in tempi brevi, per scongiurare una crisi economica-produttiva senza precedenti». 

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