Bollette, a rischio la consegna dei medicinali: in allarme ospedali e farmacie

Bollette, a rischio la consegna dei medicinali: in allarme ospedali e farmacie
di Paolo Barbuto
Lunedì 29 Agosto 2022, 08:00 - Ultimo agg. 30 Agosto, 07:55
4 Minuti di Lettura

«Se non arriverà una soluzione rapida al dramma del costo dell'energia, entro il 15 di settembre farmacie e ospedali rischiano di non avere più rifornimenti di medicinali», Pierluigi Petrone parla senza tirare il fiato, racconta la crisi vista da un'angolatura diversa, quella di chi ha la responsabilità della continuità nelle cure mediche degli italiani, e non sa darsi pace.

Non è la consueta, condivisibile, lamentela degli imprenditori in ginocchio per via delle bollette insostenibili, costretti ad aumentare i prezzi finali per restare a galla; qui la questione riguarda centinaia di depositi e distributori di medicinali, che non hanno nessuna possibilità di scaricare gli aumenti dell'energia sugli utenti, perché il mondo del commercio dei farmaci ha regole rigorose che non permettono aumenti indiscriminati dei prezzi. 

Pierluigi Petrone, 52 anni, napoletano, Ceo di Petrone Group, è il presidente nazionale di Assoram, l'associazione degli operatori logistici e commerciali della distribuzione farmaceutica: in parole semplici rappresenta quasi cinquecento strutture che si occupano di conservare nei depositi e di distribuire i farmaci in tutto il Paese.

Ospedali, farmacie, strutture secondarie della sanità, si rivolgono a questa capillare rete per approvvigionarsi delle medicine necessarie, dall'aspirina agli antitumorali, dalle pasticche per controllare la pressione agli anti-rigetto per i trapiantati.

«Per il nostro settore la questione dell'aumento dei costi di energia è devastante, non abbiamo via d'uscita», s'infiamma Petrone. Il motivo va spiegato nel dettaglio perché chi non conosce il settore non ha contezza della voracità d'energia di queste aziende: «Tutto il percorso di conservazione e distribuzione dei farmaci deve necessariamente avvenire in luoghi a temperatura controllata. Esporre i medicinali a temperature elevate può modificarne gli effetti, non è consentito dalla legge. Questo significa che depositi e mezzi della distribuzione devono necessariamente essere dotati di sistemi di refrigerazione a ciclo continuo. E d'estate, soprattutto in questa torrida estate, la refrigerazione ha raggiunto livelli parossistici che hanno generato aumenti dei costi insopportabili».

Alla sede di Assoram continuano ad arrivare messaggi disperati di richiesta di aiuto, la maggior parte delle aziende del settore ha dimensioni medio/piccole, non rientra nel novero delle grandi strutture energivore che possono essere destinatarie di aiuti, nessuna possibilità di aumentare i ricavi per via del prezzo controllato dei farmaci: «Di fronte a bollette che crescono in maniera esponenziale non c'è soluzione, nessuna possibilità di altri introiti, obbligo di saldare in tempi stretti, così decine e decine di piccoli depositi e distributori sono a un passo dall'alzare bandiera bianca, chiudere i battenti. Questo significa che ospedali e farmacie, d'improvviso, si ritroveranno senza scorte di medicinali».

La questione sarà anche al centro della prima riunione di settembre del comitato nazionale Piccola Industria Farmindustria: 64 aziende aderenti, per un totale di 9 mila addetti. Petrone è al vertice anche di questa struttura ed è pronto a condividere l'allarme con il Consiglio nazionale. 

Video

Come è possibile correre in soccorso di un settore così delicato e determinante? Petrone non riesce ad ipotizzare un tipo di soluzione immediata, spiega però che «questa vicenda sembra assolutamente lontana dall'agenda di futuro governo dei partiti che si stanno candidando, non è al centro degli interessi dell'attuale Governo, pare dimenticata da tutti, e invece è determinante. Conservazione e distribuzione dei farmaci vengono considerate attività che vanno avanti d'abbrivio, senza sussulti né difficoltà. E invece le difficoltà ci sono, sono drammaticamente attuali, e rischiano di travolgere il Paese nel giro di poche settimane».

I temi si ampliano, Petrone sostiene con forza l'ipotesi della nascita di una «Comunità energetica europea» che possa comprare energia e poi distribuirla a tutti i Paesi dell'Unione, un po' come è accaduto per i vaccini anti-Covid, ma il progetto è di lunga gittata mentre i problemi di Assoram sono attuali, immediati. «Non voglio che gli italiani abbiano altre preoccupazioni, non desidero lanciare allarmi senza senso, chiedo solo che ci sia attenzione per le nostre difficoltà che rischiano, a breve, di lasciare senza medicinali ospedali e farmacie». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA