Adolescenti bombaroli nel mirino
dei carabineri nell'hinterland di Napoli

Adolescenti bombaroli nel mirino dei carabineri nell'hinterland di Napoli
di Marco Di Caterino
Martedì 18 Gennaio 2022, 10:47
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Una «bravata» inquietante. Un gesto gravissimo. Due ragazzini, uno di quattordici anni l'altro di tredici, domenica sera hanno piazzato una bomba artigianale alla base del muro perimetrale della caserma che ospita la tenenza dei carabinieri di Sant'Antimo. Dopo aver acceso una miccia corta a lenta combustione, i due si sono allontanati giusto di una decina di metri. Per vedere in sicurezza l'effetto che fa. Pochi secondi dopo l'ordigno è esploso con inaudita violenza, danneggiando parte del muro e scatenando nella popolosa zona un'ondata di panico. I due baby bombaroli, dopo essersi scambiati un cinque, si sono allontanati, nemmeno con tanto fretta. Si sentivano eroi. Protagonisti di un'impresa temeraria da raccontare con spocchia da camorristi ai loro coetanei, che li aspettavano nella piazza principale di Sant'Antimo.

Una cosa mai accaduta. Un atto gravissimo che nemmeno i camorristi, quelli veri, avrebbero mai nemmeno sfiorato con il pensiero. Colpire con esplosivo la caserma dei carabinieri di Sant'Antimo. Città difficile, asfissiata da oltre mezzo secolo dal pesante giogo del clan Verde, del clan Puca, della cosca Ranucci e altri gruppi criminali, che sempre più spesso hanno stretto patti stretti con la politica locale. Colpire in questo modo i carabinieri, per questi due piccoli scellerati, è stato infliggere un colpo inaspettato e soprattutto tanto scuorno che qui uccide più delle lupare a chi ogni giorno combatte in prima linea camorra e illegalità diffuse in tutti gli strati sociali. Nemici per sempre, i carabinieri, per i due piccoli dinamitardi. Nemici giurati per tutta la vita, perché magari hanno portato in galera più volte il papà del quattordicenne, che fa lo spacciatore nell'ancor più difficile quartiere della case popolari di via Solimene, dove circola tanta droga quanto degrado sociale. Nemici anche per il tredicenne, visto che il papà nel recente passato è finito in guai giudiziari per vicende legate ad auto rubate.

E così Antonio e Giovanni, (nomi di fantasia), con tutto il loro carico di odio e di rivalsa contro i carabinieri domenica sera si sono procurati in qualche modo un ordigno di fabbricazione artigianale identico a quelli che il racket delle estorsioni fa esplodere davanti ai negozi in ritardo del pagamento della tassa della camorra, e con la baldanza degli adolescenti e la fredda determinazione che genera il sentimento della vendetta, si sono avviati verso la tenenza. Poi tutto si è svolto in una manciata di secondi. I due ragazzini hanno poggiato l'ordigno alla base del muro esterno della caserma e con un accendino hanno innescato la miccia per poi allontanarsi. La bomba è esplosa una decina di secondi dopo, in una densa nuvola di fumo biancastro.

I militari hanno immediatamente capito cosa era appena accaduto. Dopo aver accertato che l'esplosione non aveva causato feriti e nemmeno danni alla struttura, si sono precipitati sui monitor dell'impianto di videosorveglianza della caserma.

La visione delle immagini registrate ha evidenziato i due minorenni che piazzavano l'ordigno, il successivo innesco e l'esplosione. I carabinieri hanno puntato la loro attenzione sull'abbigliamento dei due attentatori, che sono apparsi essere poco più che ragazzini. Dalla tenenza sono partite alcune auto che si sono dirette verso i posti dove si radunano i ragazzi della movida di Sant'Antimo, uno dei quali piazza della Repubblica, il più frequentato. E non appena l'auto dei carabinieri è giunta in piazza, dove nonostante fossero le 22 erano ancora presenti decine di minorenni, da uno dei gruppi sono letteralmente schizzati via i due ragazzini bombaroli, il cui abbigliamento corrispondeva al cento per cento con quello indossato dagli attentatori. I militari li hanno raggiunti e fermati dopo qualche metro. Il quattordicenne con tutti lo sgarbo possibile si è rivolto ai carabinieri con un Ma che vuoi? E toglimi quelle mani. Non mi toccare, non più puoi arrestare.. Il tredicenne invece è rimasto in silenzio.

Condotti in caserma e davanti ai rispettivi genitori, i due sono stati identificati. Il quattordicenne è stato denunciato in stato di libertà per vilipendio, lancio e detenzione di materiale esplosivo illegale. Solo segnalato il tredicenne, che per età non è imputabile. Una cruda storiaccia.

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