Ordigni contro casa di stranieri, incubo xenofobia nel Napoletano

Ordigni contro casa di stranieri, incubo xenofobia nel Napoletano
di Carmen Fusco
Venerdì 4 Gennaio 2019, 07:30 - Ultimo agg. 10:04
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Fatima non vuole più tornare a casa. Nella sua testa rimbombano il rumore tremendo dell'ordigno che ha sfondato la porta d'ingresso e il pianto disperato di Adam, il figlioletto di 7 mesi. Con Aziz, suo marito, ha trovato riparo da alcuni amici. Dalle 19 del 31 dicembre è una sorta di rifugiata: la sera di San Silvestro infatti, qualcuno ha piazzato un potente petardo davanti all'uscio dell'appartamento in via Maestra a Marigliano, in cui vive da 5 anni. Una sequenza da incubo che ha seminato il terrore in quella famiglia mite e riservata, originaria del sud del Marocco. Xenofobia o ragazzata? Intimidazione o semplice casualità in un giorno in cui a dispetto dei precetti ogni città si trasforma in un campo di battaglia? Indagano i carabinieri di Castello di Cisterna e di Marigliano.
 
Intanto resta l'inquietante racconto di Aziz, 33 anni, operaio a Mariglianella: «Stavo cenandoa con mia moglie quando ho avvertito uno strano rumore. Qualcuno stava armeggiando vicino alla persiana della porta d'ingresso, mi sono alzato per andare a controllare e sono inciampato in un ordigno, di quelli che qui chiamano «cipolla». La miccia non era accesa e l'ho allontanato con un calcio». Aziz si ferma, prende fiato. Poi ricomincia a parlare: «Pochi minuti dopo qualcuno è tornato. Ho sentito il rumore del motore di un'auto ma non ho fatto in tempo a uscire. Sono stato scaraventato indietro dall'esplosione che ha distrutto la porta e gettato nel terrore la mia famiglia. Fuori, il silenzio». Confortato dal calore dei soci dell'associazione Nova Koiné che con il presidente Evangelista, pratica l'inclusione sociale nella sede di via Campanella a Marigliano, Aziz ha trovato il coraggio di denunciare. Problemi di integrazione dice di non averne mai avuti. Solo di recente, un litigio con un vicino di casa e un suo connazionale finì in ospedale.
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