Napoli: bombe e violenza a Ponticelli, l'arcivescovo Mimmo Battaglia visiterà il quartiere

Napoli: bombe e violenza a Ponticelli, l'arcivescovo Mimmo Battaglia visiterà il quartiere
di Alessandro Bottone
Martedì 18 Maggio 2021, 14:08 - Ultimo agg. 19 Maggio, 09:10
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L'Arcivescovo metropolita di Napoli, Domenico Battaglia, farà visita al quartiere Ponticelli, nella zona orientale di Napoli, interessato, nelle ultime settimane, dall'escalation criminale con diversi episodi di camorra. Giovedì 20 maggio alle ore 17 Monsignor Battaglia presiederà la celebrazione presso la parrocchia Santi Pietro e Paolo insieme ai sacerdoti delle 29 chiese del nono decanato della Diocesi di Napoli che abbraccia i tre quartieri di Napoli Est e alcuni Comuni del vesuviano.

Una presenza simbolica per portare la propria vicinanza alla cittadinanza e ai fedeli di Ponticelli e di Napoli Est a seguito degli episodi di camorra e per pregare per la pace e la giustizia. L'arrivo dell'Arcivescovo è anche l’occasione per conoscere la comunità parrocchiale di via Attila Sallustro guidata da don Raffaele Oliviero il quale crede che i cittadini di Ponticelli debbano perseverare le proprie azioni facendosi guidare dai valori del bene e della pace.

Di qui la necessità di un segnale forte in una periferia della città penalizzata dalla camorra e dalla “cultura criminale” nella quale i residenti non devono lasciarsi intimidire dalla violenza. Don Oliviero ritiene che la situazione nel quartiere sia nettamente peggiorata a causa dell'emergenza coronavirus e occorrano risposte urgenti nella promozione sociale e culturale, le giuste occasioni per riscattare le persone e il territorio. Il parroco, altresì, evidenzia il degrado che caratterizza diverse aree di Ponticelli e l'abbandono di molte strade del quartiere totalmente trasformato nel periodo della “ricostruzione” post terremoto del 1980. Don Oliviero insiste sulla necessità di una presenza costante delle istituzioni anche quando calerà l'attenzione sui fatti criminali.

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Un clima di pericolo che i fedeli hanno riportato anche a don Federico Saporito, decano dei parroci della zona orientale di Napoli e dei comuni limitrofi, il quale guarda con attenzione e positività alla reazione delle associazioni e delle realtà del terzo settore sociale rispetto ai fatti accaduti. «Credo che il Vescovo si senta preoccupato di questa situazione di precarietà dal punto di vista della sicurezza. Vuole dare il segno della sua presenza per dire che la Chiesa c'è in questo momento, non abbandona le persone nonostante il pericolo che c'è intorno» spiega don Federico che insiste: «Credo che lui abbia a cuore di tessere relazioni con le persone. La sua presenza è per dire “Io ci sto, i nostri sacerdoti sono insieme con le persone”».

L'Arcivescovo Battaglia - che ha mostrato una sensibilità ai problemi dei cittadini e della città - visiterà la parrocchia che accoglie i fedeli che risiedono in alcune delle zone interessati dai fatti criminali di queste settimana. Il riferimento è alle “bombe” fatte scoppiare sulla pubblica via: saranno forze dell'ordine e magistratura a fare piena luce sugli episodi che hanno scosso la cittadinanza già provata dai fatti registrati a metà marzo. Per rispondere alla violenza della criminalità organizzata è nato il “comitato di liberazione dalla camorra” che vede protagoniste le realtà associative che già operano e lavorano nella zona orientale di Napoli. La rete ha chiesto la presenza quotidiana delle forze dell'ordine sul territorio, l'attivazione di impianti di sorveglianza e l'apertura delle scuole con attività nel corso della prossima estate. Il comitato insiste anche sul recupero di aree abbandonate: impianti sportivi e spazi sociali e culturali. Chiesti anche investimenti con le risorse europee attraverso un “piano per il futuro”: dunque, risorse per l’occupazione e per arginare la deindustrializzazione.

«La presenza di Monsignor Battaglia a Ponticelli a seguito degli ultimi episodi di cronaca é un segnale molto importante che va nella direzione della necessità di ripristinare i concetti di legalità e giustizia che nel nostro territorio appaiono troppo spesso sfocati» afferma Dora Gentile, referente del Presidio Libera Ponticelli “Vittime 11 Novembre” nonché docente dell'istituto superiore 'Marie Curie' di via Argine. «Una chiesa incarnata nel territorio ha una valenza importantissima: obbliga la comunità cristiana a intuire, pensare, progettare, costruire e mettere in campo nuove alleanze per organizzare la speranza pretendendo che tutti si sentano chiamati a prendersi le proprie responsabilità nei confronti di una comunità che vive da troppo tempo ostaggio della paura e della violenza e che ora vuole resistere e combattere per la costruzione di una sempre più forte comunità di fratellanza» spiega la docente che, citando don Luigi Ciotti, evidenzia: «Un'idea di comunità in cui é il noi che vince e che solo insieme, solo con il noi, si riesce a fare, a costruire».

Per i prossimi giorni sono state annunciate alcune iniziative nei luoghi interessati delle vicende criminali.

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