Choc nel Napoletano: picchia la moglie incinta perché non contribuisce al pagamento del mutuo

Choc nel Napoletano: picchia la moglie incinta perché non contribuisce al pagamento del mutuo
di Dario Sautto
Giovedì 7 Giugno 2018, 10:15
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BOSCOREALE - Picchiata per due anni dal marito, anche durante la gravidanza. Anzi, «le violenze sono iniziate proprio due anni fa, quando abbiamo saputo che ero incinta» ha detto la giovane mamma, appena ventidue anni, con un bambino che non ha ancora compiuto il secondo anno di vita. Un racconto terribile, purtroppo verificato di persona dagli stessi carabinieri che hanno faticato non poco per bloccare un 28enne di Terzigno. Al loro intervento, l'uomo stava pestando selvaggiamente la moglie e non voleva fermarsi. I due si erano incontrati in casa dei suoceri, nella periferia di Boscoreale, in via Masseria Ficucelle, una delle stradine che tagliano via Passanti. La giovane si era rifugiata lì da alcune settimane, dopo l'ultimo litigio culminato con gli ormai soliti insulti, seguiti dagli immancabili schiaffi. E lei, da allora, non aveva più voluto far ritorno a casa. L'estremo tentativo per convincere la moglie era andato a vuoto, quando il 28enne impiegato in un'azienda del Vesuviano, incensurato e di buona famiglia si è scagliato contro la giovane donna.
 
Il problema era sempre legato al pagamento del mutuo, per il quale la 22enne non avrebbe contribuito abbastanza. Di lì, erano partiti gli insulti, poi l'aggressione contro la vittima, che non è riuscita nemmeno stavolta a difendersi: spintoni, poi schiaffi, pugni e calci. Su tutto il corpo. Il referto dei medici del pronto soccorso dell'ospedale di Boscotrecase sembra generico e parla di «contusioni multiple». Ma la prognosi di 35 giorni è inequivocabile: non ci sono ossa rotte, bensì ferite e lividure al volto, sugli arti, all'addome, dappertutto. Un pestaggio in piena regola, un'aggressione violenta, bloccata solo dall'arrivo dei carabinieri dell'aliquota Radiomobile di Torre Annunziata, che sono riusciti a bloccare il 28enne violento e a portarlo in caserma. Mentre il personale medico curava la giovane, i carabinieri hanno raccolto la sua denuncia, tristemente uguale a tante altre: due anni di violenze subite in silenzio, tra le mura domestiche, senza denunciare, sperando che il marito cambiasse.

Più volte, la ragazza aveva fatto ritorno a casa dei genitori, per poi perdonarlo e rientrare sotto il tetto coniugale. Ma la situazione non era affatto cambiata. Due settimane fa, l'ultimo episodio l'aveva spinta a non tornare più. Non aveva denunciato, finché la rabbia del 28enne non è esplosa in maniera irrefrenabile. Il marito violento è finito in carcere per lesioni personali e maltrattamenti in famiglia. Il racconto a ritroso ha spinto il magistrato di turno alla Procura di Torre Annunziata ad ordinare l'immediato trasferimento in una cella del carcere Salvia di Poggioreale, dove l'uomo rifletterà a lungo sull'accaduto, in attesa dell'interrogatorio per la convalida. La denuncia della vittima e l'intervento immediato dei carabinieri hanno evitato che la storia potesse chiudersi con un epilogo più drammatico. Immediato, infatti, è stato il parallelo con gli altri due casi avvenuti proprio a Terzigno e culminati con due femminicidi. In meno di tre anni, Enza Avino (settembre 2015) e Imma Villani (marzo 2018) sono state ammazzate a colpi di pistola dagli ex mariti Nunzio Annunziata e Pasquale Vitiello, entrambi proprio di Terzigno, e quest'ultimo suicida con la stessa arma pochi minuti dopo. Due relazioni finite male avevano insinuato il morbo della vendetta spietata negli ex compagni di vita, fino al folle gesto. Annunziata, tre mesi fa, ha visto confermare anche in Appello la condanna a 30 anni di carcere per l'uccisione di Enza. Vitiello, invece, ha lasciato orfana la bambina, uccidendosi poco dopo aver ammazzato la donna che amava in maniera morbosa.
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