Boscoreale, reati in prescrizione:
salvi i 91 furbetti del municipio

Boscoreale, reati in prescrizione: salvi i 91 furbetti del municipio
di Dario Sautto
Martedì 16 Febbraio 2021, 09:06
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Timbravano il cartellino e poi lasciavano gli uffici comunali. La prescrizione salva i 91 «furbetti del badge» del Comune di Boscoreale, nonostante in 41 fossero stati arrestati dai carabinieri addirittura in flagranza di reato mentre erano assenti dal posto di lavoro. E in cinquanta non sono mai stati neanche sottoposti a procedimento disciplinare e a sospensione temporanea. Ieri pomeriggio il giudice monocratico del tribunale di Torre Annunziata, Silvia Paladino, ha sancito la chiusura per sopraggiunta prescrizione della più grande inchiesta sull'assenteismo dal posto di lavoro che abbia riguardato i dipendenti pubblici. E questa sentenza arriva nel primo «nuovo» giorno da ministro di Renato Brunetta, che nel 2009 aveva firmato la legge per incastrare i «furbetti».

Da Boscoreale, il 19 aprile 2011, scattò il clamoroso blitz contro gli assenteisti, con decine di carabinieri che arrestarono in flagranza di reato 41 dipendenti comunali che risultavano presenti in ufficio ma non erano mai rientrati dalla pausa pranzo. Uno scandalo che arrivò già il giorno dopo nelle aule del tribunale di Torre Annunziata, con l'accusa che scelse di rinunciare a processare per direttissima quelle 41 persone perché le indagini erano ancora in corso. Una strategia che non ha pagato processualmente, visto che già lo scorso giugno l'attuale pubblico ministero era stato costretto a riconoscere la prescrizione per gli altri 50 imputati, chiedendo ugualmente la condanna e il licenziamento per i 41 che furono arrestati e sospesi ormai dieci anni fa. Nel frattempo, però, è maturata la prescrizione anche per tutti gli altri imputati, oltre la metà ormai anche andati in pensione. L'inchiesta era scattata nel 2010, quando i carabinieri scoprirono che gli uffici comunali di piazza Pace e di Villa Regina a metà giornata si svuotavano per la pausa pranzo, ma in realtà decine di dipendenti risultavano presenti sul luogo di lavoro. Le indagini permisero di ricostruire come un solo comunale strisciava il badge per decine di colleghi, e così succedeva a turno.


I 41 arrestati rimasero interdetti dal lavoro per circa due mesi e poi a tutti fu permesso di tornare in ufficio. Nel frattempo, nel registro degli indagati erano stati iscritti i nomi di ben 130 dipendenti comunali, oltre la metà della pianta organica del Comune di Boscoreale. Di questi, una quarantina non sono mai arrivati a processo perché con singoli casi di assenza dal posto di lavoro. Invece, in 91 (assistiti dagli avvocati Ferdinando Striano, Massimo Sartore, Salvatore Barbuto, Salvatore Pinto, Raffaele Pisacane, Donato De Paola, Salvatore Pane e Gennaro Bartolino) hanno affrontato il giudizio, lungo, tortuoso, tra cambi di giudice che hanno più volte riportato all'inizio il processo. In questo modo, tra rinvii e slittamenti, i reati sono arrivati alla prescrizione.

Per quei 50 dipendenti comunali arrivati a giudizio senza neanche un giorno di sospensione il procedimento disciplinare è sempre rimasto «sospeso» in attesa di una eventuale condanna che non è arrivata. «Nel frattempo, in tanti sono andati in pensione spiega il sindaco di Boscoreale, Antonio Diplomatico e negli anni precedenti nessuno ha pensato a un piano di turn-over per sostituirli. Attualmente, il Comune ha un solo caposettore e meno di 100 dipendenti sugli oltre 200 previsti. E con le procedure per le nuove assunzioni rallentate dalla pandemia e dal predissesto».
 

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